27-06-2002

 

 

 

 

INDIFFERENCE

 

Caro Fanto, ho in mente di proporti un'altra mia idea.

Questa volta per un cortometraggio, dal titolo di "Indifference".

Trattasi di un uomo, devastato dai propri dubbi e sensi di colpa, per la verita' molti dei quali auto-prodotti, che ad un certo punto della sua vita si vede costretto a combattere contro un "insolito" nemico.

Egli e' un uomo vulnerabilissimo ed in piena collissione con se stesso. Attorno a lui si assiste ad una completa deformazione della realta' che lo circonda, portandolo ad uno stato di resa incondizionata. La sua sensibilita' sembra ucciderlo sempre piu' di giorno in giorno, e mentre

gli altri corrono e producono, lui rimane fermo nelle sue folli ed incomprensibili intenzioni fino a rimanere del tutto escluso dalla Societa'.

In una prima scena, egli si vede soccorrere un vecchietto appena investito da un'auto pirata. Solitamente, abituati come siamo ad accorrere il piu' vocianti possibili e corrosi da una curio-

sita' beffarda quanto spropositata,  tutti accorrono spietatamente verso il luogo della tragedia, onde sapere, tra un misto di sadismo e di perfida intrusione, cosa e’ realmente successo e, soprattutto, A CHI e’ successo. Ma, inspiegabilmente, nessuno dei passanti od automobilisti viene in soccorso di quel povero malandato, anzi....... tutti sembrano non aver ne' SENTITO, ne' perlomeno VISTO cio' che e' accaduto. Incredibilmente.

 

Prima, debordante vittoria dell'Indifferenza.

 

In una seconda scena, vi e' una rapina in una banca.

I rapinatori entrano, minacciano il banchiere di turno a morte se non  viene consegnato loro il denaro richiesto, poi fuggono via, non senza aver mietuto vittime innocenti.

La follia umana al potere. L'impotenza vista come Mephisto dal quale non riusciamo ad esorcizzarci. Il Male che si fa largo senza concessioni di sorta.

Anche in questo caso, la gente continua a fir finta di niente: emblatica la scena in cui i malviventi fuggono via con la propria auto ed il consistentissimo malloppo, mentre i passanti di turno continuano a salutarsi reciprocamente ed in maniera del tutto sobria e pacifica, quasi come se non avessero visto NULLA. NULLA! Infatti loro probabilmente NON HANNO voluto vedere e quindi a forza di NON VEDERE, non saranno piu' capaci di vedere.

 

Seconda, indiscussa vittoria dell'Indifferenza.

 

Infine, l'ultima scena.

Deluso, affranto, scosso e sconcertato da un simile atteggiamento a dir poco rinunciatario e clamorosamente vigliacco da parte dell'essere umano, ed anche lui funestato da cotanta indifferenza, il Nostro si apparta in un angolino e comincia a piangere lacrime amare, amaris-sime. Egli capisce una volta di piu' di quanto sia solo, e di quanto egli rischi di morire presto di solitudine, un'ACIDISSIMA solitudine. Poco dopo fa ritorno a casa, sale le scale, corre in bagno per sfogare ancora di piu' un dolore che forse non andra' piu via, ma, come lui si guarda allo specchio con ancora caldissime lacrime che scendono, vede la sua immagine riflessa in un primo momento leggermente distorta, poi riappare in tutta la sua integrita' per fare un cenno

di beffardo ed acido saluto e poi voltarsi di spalle e salutarlo, con detronizzante, spietata indifferenza!... Anche la sua anima lo ha abbandonato, cosi' il Nostro non potra' nemmeno fare piu' affidamento su se stesso, e quindi al suo "io interiore".

Perche' ormai l'Indifferenza ha prima precluso poi cancellato ogni singola emozione ed ogni singola anima del nostro Pianeta.

Senza alcuna concessione.

 

 

Telemaco Pepe, Il Grande Guerrigliero dell'Indifferenza!…

 

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