14-01-2003
...ed impazzisco, lievemente, ma con classe, tento di sollevare la mia voce con rabbia, ma cio' che esce e' un grido strozzato, strozzato dalla mia anima in pena, angelo dannato che piange lacrime straziate senza che abbia il tempo di essere coccolato da una gentile figura femminile, il mio ego distrutto, il mio orgoglio defunto, ora squagliatosi in mille entita' distinte e segregate, indice di pazzia ad libitum mai tenuta sotto controllo, sdraiato, inerme, selvaggio animale stroncato al suolo da un autotreno a folle velocita', uomo ferito e falciato via da un gesto di considerevole schizophrenia, senza neanche che avesse il tempo di pronunciare le ultime parole famose, cieca perversione, distorta visione, sadica confessione. Stupido refrain, che perpetuamente tuona nella mia testa senza un chiaro epicentro, viene, mi ammonisce, mi debilita, mi uccide, fugge via, non c'e' piu' tempo, vorrei che ce ne fosse, vorrei lasciare questo mondo anche solo per un'ora e riabbracciare un caldo corpo di donna, la mia Beatrice, mia guida nella vita, nel sogno, tentazione mai trattenuta, desiderio mai celato. Seguimi ed io ti seguiro', sorprendimi e dimmi che non mi svegliero' mai piu', portami dalla Luce e scagionami dal peccato, la porta e' a un passo, la tua mano nella mia, pronti a volare via. E' alchimia. E' magica follia.
Poi...
non sento piu' il tuo calore, non vedo piu' le tua ali, scompari dalla mia vista
e dalla mia assuefatta coscienza.
Dove
sei?... Perche' mi abbandoni?...
E
non ci sei piu'.
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