16-02-2003

 

 

VISIONI SENZA TITOLO

 

............il pubblico ondeggia e si trova ingabbiato in una realta' virtuale,

imprevista ed ammaliante, nessuna distorsione, nessuno strumento, voci bianche

si sovrappongono milioni di volte, mentre voci subliminali completano il

processo di inghiottimento, muovendosi come vortici concentrici minacciosamente

ascendenti come scalinate verso la Terra degli Angeli, immagini filtrate di

volti non identificabili, il pubblico risucchiato da questo tornado di colori,

un caleidoscopio di percezioni e stati emotivi accelerati ed aggressivi,

autentico inusuale pasto per la mente dei presenti, coralita' multi-ottave si

rincorrono, si spogliano, si abbattono e si ricompongono, tutto appare come un

viaggio eterno dove un'infuocata, contaminante psichedelia si impadronisce dello

spettatore mentre sullo schermo una moltitudine di festosi bambini cantano a

squarciagola la loro innocenza e chiedono solo ai partecipanti di girare in

tondo al cerchio dell'amore, e tutti noi ci stacchiamo dalle sedie onde

raggiungere i protagonisti sul palco,

un palco immaginario ed inconsciamente costruito dai nostri pensieri, perfetto

dipinto, un insieme di bozze animate dal desiderio di quei pochi sognatori

rimasti e dispersi negli angoli piu' remoti, segregati

nel loro manicomio, non voluti dalla societa', ma per questo ancora piu'

sognatori di prima. Riprende il coro di voci bianche contrappuntato da un

inedito vociare e tagliente strillio di infanti traditi dal loro irresistibile

disorientamento all'interno di un bosco da loro creato, un bosco senza soluzione

di continuita', e per questo immortalato nella nostra coscienza ed ora divenuto

un pesante ricordo, vagamente

allontanato da un timido e discreto pianto di una fanciulla accanto a me, forse

anche lei dispersa nelle sue irrisolutezze oramai croniche... e' tutto come un

viaggio indietro nel tempo, dove alla fine di esso ci

troveremo piu' giovani o piu' anziani, mentre facce schiacciate e dilatate

compaiono sullo schermo seguendo armonicamente le sequenze umorali di frammenti

musicali senza un inizio ne' una fine, sullo schermo vengono tradotte immagini

annuncianti l'apocalisse gravemente sottolineate da orchestre impazzite i cui

strumenti vertiginosamente formano

un crescendo musicale magmatico vulcanico per esplodere poi in un accordo

atonale senza soluzione di continuita'.... stanze addobbate di specchi circolari

d'improvviso mostrano qualche timida incrinatura,

per poi infrangersi fragorosamente e disperdere i cocci di vetro come vengono

lasciati dispersi sciocche illusioni e selvaggi capricci in un tempo in cui

l'incomprensione viene vista come unico accertato

comune denominatore e l'irrazionalita' l'acquisito valore dei prossimi millenni

a venire..........

Buio in sala, ora......

 

TELEMACO PEPE

 

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