Giu' in fondo
al corridoio, spalle attaccate al muro, freddo sudore crono-
metra la mia
rabbia di spossato maledetto bohemične acciaccato dai suoi
ricordi di
sussulti e grida mai ascoltati e compresi da nessuno, pazzo al-
colizzato di
mente, reduce da guerre contro se stesso, avrei voluto pian-
gere mille
volte ed invece sono MORTO mille volte, senza che nessuno
avesse mai
osato abbordarmi e chiedermi perche' ero in quello stato o la
semplicita' di
un urgente e mai pretenzioso "come stai", "che cosa hai
fatto
oggi", perche' sono qui e perche' tu sei qui, gli altri mi vedono
ed io mi
dipingo solo schiacciato dai muri, muri di palazzine senza uscita,
risucchiato
dalla "Terra di Nessuno", un attimo di feroce invidia ed
il successivo
secondo mi ritrovo schiavo del suo sguardo, di ogni sua
millimetrica
movenza, la mia mente diviene una fogna in grado di inghiot-
tire qualsiasi
palpito, qualsiasi sensazione, qualsiasi vibrazione.
Qualsiasi
dolore.
Malata,
"corrotta" fantasia che mi vuole segregato nel mio acido sogno
di libertino
guastatore, liberta' di giovane represso e sodomizzato
dalla visione
di effusioni altrui, scaglie di un tempo per me ora solo
sinonimo di
polvere, polvere e muffa. Il caldo abbraccio di un sorriso
femminile e'
l'Eden di un conforto mai trovato, ed ora sempre piu'
lontano. Di
tutti gli incontri, io sono sempre il meno importante, di
tutti gli
episodi, sempre l'ultimo, l'ultimo stoico contestatore quasi
in ginocchio,
mentre la luce dell'aula si spegne, e gli studenti ritornano
a casa dopo
essere stati sfamati dalle proprie dolci meta', momento
di cosi'
travolgente pathos, mentre il giardino inespressivo si pone
in contrasto
con i loro idilli e con la mia figura di losco solitario
in vana e
patetica attesa di un bacio o di un abbraccio che non sono
altro che la
mia malattia. Continui refrains di carillon leggermente
scordati
adornano le fredde strade di citta', cerco ossessivamente
un pretesto per
non poter continuare il cammino, mentre volteggio
da un mentre
all'altro in un vortice di dissensi, controsensi e con-
torsioni di chi
non attende altro che uno straccetto di carta sul
quale far
riposare i propri versi di sadico sporcaccione insolente
e talvolta
insano e crudele. Un sedere di ragazza appena scontra-
tosi con il mio
sadico sguardo millantatore e dissuadente vorrei
possedere anche
solo per 5 minuti di sfrenato, desolante amore,
per poi
ricacciarla sulla strada... un secondo, un solo bastardo
secondo ed ella
si e' subito tramutata nell'ennesima memoria erotica
collezionata,
memoria da custodire gelosamente lungo il percorso di
ritorno verso
casa.
Il tempo mi ha
detto, il tempo mi ha fermato, il tempo mi ha consigliato,
ma io ho
disubbidito al tempo, ed ora lui mi sta rubando, mi sta
frustando, mi
sta sulle spalle come un avvoltoio pronto a cibarsi delle
carni di un
defunto, pronto a cogliermi in fallo per dirottarmi verso
la follia piu'
prossima. Risvegli bagnati, sudore incostante, incubo
costante, corpo
irraggiungibile, pace inquinata, rumori assordanti,
cibo
disgustoso, amici scostanti, amore col vuoto, amore con me
stesso.
Inqualificabilmente
bohemične.
Inqualificabilmente
Io.
Questo testo č depositato presso www.neteditor.it
e quindi coperto da diritti d'autore. Esso non potrŕ essere riprodotto
totalmente o parzialmente senza il consenso dell'autore stesso