15-12-2002

 

 

IL GRANDE BALLO

 

...disperso in un sogno assurdo, dove il padrone non sono io, illimitate

porzioni di spiaggia illuminate da un tiepido sole di fine Settembre

di un quarto di secolo fa, capelli di imperdibile bellezza oscillanti lungo

l' infinita battigia, infinita come infinito, incessante il mio battito di cuore.......

mille ragazzi intorno a lei, si dice abbia una mente contorta, le

piace immensamente avere attorno al suo elastico, fluttuante, erotico corpo,

tanta drogata attenzione.....

loro muoiono, lei vive, loro gridano disperati, lei sorride, loro piangono,

lei balla, loro segregati nell'oscurita' dell'oblio e dell'indifferenza,

lei ride di lisergica gioia per il ritrovato Eden. Loro muoiono, mentre

lei passa il suo tempo a contare quei disgraziati cuori solitari

gia' resi schiavi dal suo cuore di ghiaccio, guarda come ballano,

guarda quella luce negli occhi, fra poco non rimarra' che un anelito

incolore  sinonimo di perpetuo, raccappricciante oblio. La nostra

Angelica ha gia' spiccato il volo, e noi, uccelli rapaci al suo confronto,

abbiamo perso l'equilibrio, destinati, infaustamente, a cedere ed a

ritrovarci come gabbiani schiacciati sul suolo freddo ed imperituro,

a piangere sui nostri peccati, raggomitolati, rannicchiati su di un

pianto ancora acerbo ma pronto a seminare un gelido terrore. Un

cielo plumbeo, saturo, senza colore e senza nubi, sembra spiarci

sadicamente, in attesa di divenire suoi figli legittimi, in attesa della

prima sciocchezza, sciocchezza di una vita oramai ridotta a brandelli.

Due, tre secondi di fugace riscatto, bagliore meschino che ci nasconde

dietro l'amara visione di un film in bianco e nero all'interno del quale

per ognuno di noi e' pronto a farsi vivo un serial-killer, spietato e

crudele, come spietato e crudele e' stato il nostro angelo di irraggiun-

gibile glamour, morti noi eravamo mentre  piangenti sulle sue dorate

spalle, pelle senza segni di imperfezione, in antitesi con la nostra,

strafatta di buchi e macchie dall'insolito colore, segni incancellabili

vittime di un passato mai del tutto chiarito, speso tra le follie

di giorni opachi colmi di lacrime agrodolci e le redenzioni e falsi

riscatti di notti senza soluzione di continuita', notti spese a ballare

nudi sopra le lenzuola, notti spese  a baciarci, facendo l'amore col

pensiero, cercando di riempire il vuoto con stracci di carta sudici

sui quali esprimere desuenti, raccapriccianti pensieri di rivolta,

pensieri mai terminati, pensieri mai goduti, pensieri mai letti ed ascoltati

.......pensieri......solo pensieri.......

E noi tutti avremmo continuato a ballare sulla nostra cecita'

collettiva di spostati spiantati senza un barlume di futuro davanti

a noi........

Finche' il Grande Ballo ci avrebbe dato la forza per giungere a termine

del giorno e delle sue inconfessabili incognite esistenziali.

Ad libitum, per noi e per tutti, che il Grande Ballo continui, fino

a corroderci, fino a consumarci.

L'alba e' ancora lontana.

E noi ancora di piu'.

 

TELEMACO PEPE

 

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