08-12-2002

 

 

 

BOZZETTI DAL SOFFITTO

 

Memorie di un passato

 

 

 

I'd rather wake up in the middle of nowhere than in any city on Earth.

(Steve McQueen)

 

 

 

La nostra non e' una generazione, e' una non-generazione, un'epoca

cioe' mai nata o gia' morta in partenza, perche' destinata a morire,

subito. E' il trionfo dell'Io Assoluto, quale forma (pseudo)-anarchica

ed ultra-edonistica, in completa antitesi con lo stereotipo degli anni

'60, dove si e' verificata una rivoluzione sociale, musicale e culturale

senza precedenti. Irripetibile e' l'aggettivo consono a quell'incredibile

decennio. Ancora oggi noi lo viviamo di riflesso e tendiamo ad "ag-

giornarlo" continuamente. E di conseguenza avremo uno sconvolgen-

te misto di epoche che in fondo ci rappresentano e non ci rappresenta-

no al tempo stesso, provocando un indicibile caos dove alla fine gli

smarriti siamo noi. Perche' generazione senza identita' appunto, ine-

spressiva ed a vicolo cieco. Una sorta di "lost-generation" per gente

che non sa e non puo' e non vorrebbe perdere. Ma che inesorabilmente

viene schiacciata.

 

(12/11/2000)

 

 

 

....sono una scheggia impazzita che viaggia a 1000 all'ora perpetua-

mente in periodo di transizione in un'epoca che vive nella transizione.

 

(12/11/2000)

 

 

 

Personalmente, l'unica certezza che possiedo in questo convulso pulsare di sensazioni e' il dover non amare.

Il segreto e' proprio non doversi innamorare, impedire di amare sviscerata-

mente qualcuno, il che puo' avere il significato di moderna, inconsueta for-

ma di trasgressione. Ma si puo' davvero non amare?...

Io so solo che il sottoscritto e' arrivato ad un punto ben preciso della sua

vita e da tale forse non se ne discostera' mai piu': e' giunto cioe' al cosid-

detto famigerato preoccupante punto di non-ritorno: un non-ritorno alla

gioia (bellissima ed indescrivibile) di poter nuovamente amare come si faceva un tempo,

lo stesso amore che eravamo abituati a scambiarci durante

la nostra adolescenza (se mai ce lo siamo scambiati).

Dal momento in cui scatta la scintilla infatuatoria, per me inizia una spia-

cevole corsa verso la sofferenza, che mi cavalca, inesorabile e mi spinge

giu', giu', giu', sempre piu' in basso. E dopo e' difficile, sempre piu' arduo

risalire........

Io fraintendo, sovraccarico, comprometto, distorco questo sentimento per-

che' non piu' in grado di controllarlo... forse anche perche'

(teoria molto valida) ne ho un disperato, agonizzante bisogno.

No, io non posso piu' amare, perche' ho PAURA di amare ed ho la terribi-

le, terrorizzante sensazione di non poter essere amato. MAI!...

Essere innamorato rappresenta un indiscutibile freno alle mie sfrenate "corse"

quotidiane ed annullano il mio umore, e mi sottrae la motivazione

e la gioia di vivere la giornata.

No, e' troppo impegnativo per Jeremy Hacklefield innamorarsi,

dedicare il suo  tempo (ed il suo cuore) a qualcuna; e' una condanna,

una severa condanna alla quale dovro' sempre far fronte e che dovro' sempre accettare.

Ho smesso di credere alla parola "amore" gia' molto tempo fa, ma la cosa

piu' atroce e' che non so piu' che cosa voglia dire o quale sia la comune

differenza fra amare e soffrire. Ormai sono un tutt'uno, un'unica parola,

un unico, debordante sentimento, dove l'una e' il complemento dell'altra.

No, non sono piu' capace di amare, di provare un sentimento, perche'

una volta che mi innamoro di una ragazza, e’ quasi scontato io debba

soffrire... Ma perche'?...

L'unica vera tragedia, per il sottoscritto, e' una fondamentale, assoluta

consapevolezza: quella che, di certo, non potro' piu' beneficiare di questa

gioia suprema, la gioia, inarrivabile ed infinita, di saper amare di nuovo, un giorno.

 

(20/2/2001)

 

 

 

Se la scienza rappresenta (ed ha sempre rappresentato) tutto cio' gia' esistente ma che deve essere ancora scoperto dall'uomo, la vita forse non e' la stessa cosa, forse anch'essa tutta da scoprire?…

 

(24/2/2001)

 

 

 

 

STRAMBA RELAZIONE

 

 

Pensi davvero io sia fortunato o che mi stia divertendo?...

 

Io che mi affogo nel mio personalissimo dispiacere,

 

io che non so piu' amare, ne' piu' soffrire

 

ma dimmi tu cosa vuol dire gioire?…

 

io che mi strafogo di qualsiasi schifezza, non importa quale

 

ma che bello essere cosi' bestiale

 

e che libidine essere il tuo peccato

 

in fondo a te niente ho mai celato

 

e che supremo erotismo guardarti negli occhi

 

quegli occhi cosi' gonfi di lussuria

 

occhi nei quali io annegherei

 

oh, come nel tuo sguardo piangerei

 

e la mia rabbia arroventerei

 

che sudicia folle goduria, io in te ci dormirei

 

 

col mio malessere spero di annientarti

 

e non cercare mai ti voltarti!

 

schiava del mio pensiero tu in questo momento sei,

 

che strambo affare il nostro, spero di cambiarti,...

 

come la tua tristezza "mi farei"..........

 

 

Nei tuoi interrogativi continuo ad affogare

 

ma dimmi, perche' non smetto mai di amare?....

 

non fai altro che il mio egoismo sollecitare

 

solo un bacio ti chiedo per poi cambiare

 

e' cosi' complicato per noi parlare

 

smettiamola di sussurrare

 

 

ho bisogno di te

 

e tu hai bisogno di me

 

tu stai soffrendo

 

no, non ti sto mentendo

 

 

ho chiesto solo un briciolo del tuo tempo

 

ma riesco solo a guardarti a stento

 

sono disperso nei tuoi occhi

 

e non riesco a sottrarmi dalla tua malinconia

 

sei cosi' bella che non riusciro' piu' ad andar via

 

 

e' proprio una stramba relazione

 

noi due padroni di questa sconvolgente emozione

 

 

cosi' forte da far vergognar gli altri

 

che bello essere cosi' svergognati

 

potremmo dire che ci siamo tanto amati

 

potro' dire, scioccamente, "non riusciro' mai a scordarti"

 

 

(26/2/2001)

 

 

 

 

 

 

SENZA VERGOGNA

 

 

 

E non mi importa se cadro' ai tuoi piedi di nuovo

 

E ti assassinero' con la mia ansia da gatto randagio

 

No, non mi vergognero' se piangero' di nuovo davanti ai tuoi occhi

 

O se striscero' da lurido verme come mai verme sono stato

 

Mangero', ingurgitero' tutto cio' che mi pare

 

Fino ad essere il piu' volgare

 

E non mi importera' se ti vomitero' addosso lo schifo che sento dentro ora

 

No, non mi importera' di manifestare la mia latente schizophrenia

 

Perche' malato pazzo io sono

 

E la mia infinita pazzia vi lacerera' il cuore

 

Voi mi fate pena, voi vi vergognate di essere voi

 

Ma io non mi vergogno di essere io

 

La gente ha paura dei matti, ed io ne sono il Re indiscusso

 

Di tutti gli irrazionali io sono il padre anarchico ed incorruttibile

 

Voglio strisciare di nuovo per terra, come mai prima d'ora avevo osato

 

Che bello vedere le vostre facce cosi' intrise di sgomento

 

La gente non vuole varcare mai quella linea, la linea della vergogna

 

Che mi importa se ogni tanto io oso andare oltre

 

In fondo sono io che rischio, non voi

 

Gia' perche' voi non potete e non sapete rischiare

 

La mia mente e' un sudicissimo bordello, condito da puttane e puttanieri

 

Il mio umore e' un indescrivibile, assordante, afono caos musicale

 

Di cui nemmeno il Diavolo riuscirebbe a compiacersi,

 

tanto e' il rumore, incestuoso! – che dietro il mio tetro sguardo si cela

 

e voi, anime in pena, non potrete far altro che fuggire dalla mia ira

 

e sperare di uscire da questo mondo maledetto che mi ha creato

 

e poi eletto inspodestabile ed unico Re.

 

 

(2001)

 

 

 

 

 

Non lasciare che la vita prenda il sopravvento su di te

 

Lascia che sia tu a prendere il sopravvento su di Lei

 

L'amore non e' la risposta

 

E' la vita, il tuo enigma

 

Ma non tu non lo sai

 

Anche se un giorno saprai

 

 

(24/3/2001)

 

 

 

La miglior risposta al fallimento a volte e' il piu' rigoroso ed assordante

silenzio.

 

(2/7/2001)

 

Defraudato di ogni stimolo ma pur sempre io, dopo tutto.

 

(2/7/2001)

 

Lascia che sia, in fondo sara' la corrente a portarmi via.

 

(2/7/2001)

 

 

...mi cullo sulla baldanzosita' dei miei "voli", fino a quando la mia placidita'

non verra' frustata da un acido, imprevisto risveglio...

 

(3/11/2001)

 

 

 

“I bambini sono l’epicentro del cuore del mondo. Il loro sorriso ed il loro pianto la carne ed il sangue della nostra sensibilita’”

 

(26/12/98)

 

 

 

“C’e’ tanta gente abituata ad abituarvi. Non vi farebbe piacere che qualcuno vi abitui

a sorprendervi?…”

 

(1998)

 

 

“Prima un fuoco imperioso

ora solo cenere al suolo…

ma ti sei scopato il cervello?…

I tuoi miserabili pensieri oramai ridotti ad un bordello”…

 

(1998)

 

 

 

…talvolta vorrei tanto “distruggermi” e sciogliermi in acqua di mare, mischiandomi

cosi’ nell’Oceano e mimetizzarmi tra le correnti e le maree, onde divenire un’onda,

un’onda che un attimo dopo s’infrange sontuosamente, con regale magniloquenza su

di uno scoglio, scontro violentissimo, volume altissimo ed assordante, spettacolo

accecante, spettacolo che stupira’ la vostra immaginazione e possa rapire il vostro

occhio vergine e distratto, pedissequamente perso nel grigiore di un vuoto

infinito.

 

(1999)

 

 

 

IL CIELO DI MARY

 

Mary disse di aver visto il cielo dipinto di rosso e gli alberi in fiamme, ma in

realta’ era il suo sottilissimo corpo ad essere ricoperto di rosso ed il

proprio cervello in fiamme. Lei, vergine perversa ed ammiccante il prossimo

Superbo peccato, e’ stata risucchiata dal suo stesso ego e demolita dai

Suoi stessi pensieri, per Mary oggi era ieri e ieri sarebbe stato domani.

E domani……. non sarebbe piu’ divenuto domani…….. mai piu’…!!

Non piange piu’, la dolce, soffusa voce di Mary, i suoi occhi, oramai

ciechi ed inespressivi non riversano piu’ lacrime su di un suolo fin troppo

dipinto di strane figure colorate in eccesso, sotto di lei, una voragine

di tetra oscurita’ simile ad un buco nero.

Gioia e dolore hanno lo stesso sapore, qual e’ la differenza tra freddo

E calore?… Niente piu’ sorprese e niente piu’ stupore. Per lei solo uno

squallido, maledetto ed incessante, infinito conteggio delle ore.

 

(1999)

 

 

 

GLORIA: bagliore, luccicante gemma che si erge sul nostro cervello, gonfiandoci

d’orgoglio e drogando la nostra mente di felice e lisergico entusiasmo. Straordinaria

vampata di luce e schiaritrice di dubbi ed incertezze che il continuo passare del tempo riflette continuamente su di noi, spesso facendoci smarrire e soffocare.

Animale difficile da ingabbiare perche’ passeggero e fugace ma cosi’ terribilmente

grande e fascinoso.

Indispensabile.

 

(1998)

 

 

 

FOTOGRAMMA

 

Agonizzanti lampioni cercano luce e calore.

Al largo lampi feroci si “fondono” con piattaforme spettrali.

Il cielo e’ severo e, per un piccolissimo “mentre”, bianco

Come uno spettro.

Languisce mentre il mare sotto “osserva” sgomento.

E’ uno schermo tragico e sensuale, sono solo una comparsa

Davanti a questo magnetico calvario di frastuoni. Un rigurgito

Rincorre l’altro fino a “piangere” pioggia……………..

……e a schiaffeggiarmi di vento insolente.

E’ un fotogramma al quale mi sovrappongo, e il mio silenzio

A questa cacofonica sinfonia io antepongo.

 

(Fine Estate 1998)

 

TELEMACO PEPE

 

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