12-05-2002

 

 

"Behind the Hotel, Inside California"

 

Cio' che avreste sempre voluto sapere su..

 

di TELEMACO PEPE (LUCA COMANDUCCI)

 

 

 Cari "pindaro-sudditi", questa che segue e' una mia personale (manco a dirlo, visto che il sottoscritto si reputa un autentico "maniaco della personalizzazione"...) analisi su uno dei brani piu' famosi e celebrati della Storia del Rock: HOTEL CALIFORNIA. Ma la caratteristica peculiare di questa sorta di "interpretazione" sta nell'aver dato una propria immagine e fotografia del testo della celeberrima canzone, indiscussa metafora su di un'America allora in piena crisi d'identita' (era il 1976, e gli americani dovettero sopportare l'infausta onta di due vergognose sconfitte, una in campo militare, con le assurde morti di un'altrettanto assurda guerra,quella del Vietnam, ed una politica, vale a dire lo scandalo del Watergate, egregiamente illustrato dal famoso film del 1976 diretto da ALAN J. PAKULA - "TUTTI GLI UOMINI DEL PRESIDENTE" (con Robert Redford e Dustin Hoffmann, nei panni di Woodward e Bernstein, i due autori del "caso giornalistico del secolo"). Ma HOTEL CALIFORNIA ha anche (e soprattutto) il pregio di "dipingere" un quadro essenziale quanto spietato sulla sempre discussa vita da rockstar, condita dai suoi eccessi, da droghe di ogni tipo, da vizi e contro-vizi, fino a toccare il ben noto "punto di

non ritorno", dal quale non si puo' piu' chiaramente tornare indietro, e la rockstar di turno si vedra' costretta a rimanere imprigionata in un mondo d'ovatta che lui stesso ha contribuito a creare ma che ora rappresenta il suo personale Inferno.

Tutti questi temi sono egregiamente "esposti" nella bellissima HOTEL CALIFORNIA, di cui io, molto sinceramente, ho cercato di offrirvi una panoramica sui concetti, sia quelli di facile reperibilita' che quelli ritenuti un tantino piu' difficili da scorgere, concetti nascosti (quasi "criptati" da una certa enigmaticita' di contorno) che fanno di questo brano un autentico manifesto epocale.

 

BUON DIVERTIMENTO, quindi, e ci vediamo al prossimo appuntamento con "IL SUPREMO IMPERATORE DEI PINDARICI".

 

BYE

 

TELEMACO PEPE

 

 

 

"...l'ultima cosa che ricordo e' che stavo correndo verso l'uscita dovevo trovare la via del ritorno da cui ero provenuto..... "Rilassati, disse il portiere notturno, noi siamo programmati per  ricevere, tu puoi assicurarti ogni volta che vuoi.... ma non potrai mai andare via...."

 

Cosi' recita la condanna finale di "HOTEL CALIFORNIA", uno dei brani rock del XX° SECOLO, una delle immortali canzoni del grande "Circo Rock", che ha visto negli Eagles formidabili alfieri di

indimenticabili e suggestive melodie, nonche' ulteriori illustri rappresentanti della famigerata triade "sex, drugs and rock'n'roll". Ma molti si saranno anche chiesti quale fosse davvero il significato di quella canzone dal testo cosi' smaccatamente colmo di rassegnazione, di perdita del proprio io, di inconvertibile destino, un destino che non puo' piu' essere cambiato, a parere delle "Aquile". Il fatidico "punto di non-ritorno" che tante rockstars hanno toccato, per poi essere costrette ad ammettere il loro infame peccato.

 

Correva l'autunno del 1976, e gli Eagles sbancarono letteralmente i botteghini con il bellissimo singolo "HOTEL CALIFORNIA", da molti ritenuto il vero capolavoro delle "Aquile" ma anche da molti (tutti!) ritenuto una perfetta metafora della maledizione che colpisce chi e' baciato da troppo successo, troppi soldi, troppo sesso ma anche troppa decadenza e poi, in alcuni casi, morte. "HOTEL CALIFORNIA" e' un po' tutto questo e forse anche di piu'. All'interno del testo si possono scorgere immagini sataniche, metafora del musicista drogato ed impotente di fronte al suo destino di follia e di autodistruzione, un vero e proprio monumento al nichilismo tipico degli egomaniaci che da sempre popolano il bizzarro, convulso, sporco e spietato mondo della musica rock. Ogni frase di "HOTEL CALIFORNIA" e' una perfetta fotografia del mondo mitomane della rockstar, che una volta raggiunto il proprio obiettivo viene miseramente risucchiato dalla stessa egomania che prima sembrava averlo reso immune da ogni male, quasi immortale.

 

L'Hotel del titolo altro non e' che una gigantesca panoramica sulla veloce ascesa ed altrettanto rapida caduta del musicista, e vi si potrebbe interpretare benissimo anche la mitologia faustiana, secondo la quale l'artista venderebbe l'anima al Diavolo in cambio di fama, soldi, donne, e gloria eterna.

 

Entro la fine di quel 1976 Frey, Henley and Company erano consumate stars del multi-laterale e sempre imprevedibile palcoscenico-rock, completamente strafatti di cocaina, con ognuno di loro praticamente sempre sull'orlo di una crisi di nervi, nervi mantenuti miracolosamente saldi durante il compimento della loro piu' celebrata opera. L'album che da' il titolo all'omonima title-track altro non riflette che l'appeal, il messaggio della canzone-guida, onde sviluppare lungo tutto l'arco del disco i temi legati alle tipiche fasi nella carriera di un musicista; in poche succinte parole, gli Eagles concepirono un concept album, per la verita' involontario, ma cresciuto autonomamente (e ricco di coscienza e spietata amara realta'nonche' di indiscusso di fascino e di un mai del tutto celato, compiaciuto enigma).

 

Ora vi portero' all'analisi dettagliata delle frasi piu' salienti della celeberrima canzone, capolavoro assoluto ed insuperato in cui il testo recita una parte tanto importante quanto quella della melodia.

Adesso andremo a vedere perche'.

 

La cosiddetta "shimmering light" (luce scintillante) potrebbe rappresentare l'abbaglio, da tradursi nella magnetica attrattiva che il mondo della musica puo' attrarre un musicista ancora in erba ma terribilmente ambizioso. Poi tutto d'un tratto il nostro protagonista avverte "la campana della missione", da interpretarsi molto presumibilmente come un campanello d'avvertimento, quasi ad indicare i pro ma (soprattutto) i contro in cui si puo' imbattere chi ha scelto di percorrere questa lunga e faticosa corsa verso il successo. "...e fra me e me pensai: questo puo' essere il Paradiso... oppure l'Inferno" - che in pratica riassume i concetti non appena espressi. E' tanto bello che potrebbe significare Paradiso, cosi' come potrebbe rivelarsi tanto brutto che potrebbe voler dire vivere nell'Inferno. Le "voci giu' nel corridoio" possono essere viste come voci inganne- voli, quello stesso inganno che si cela dietro l'apparenza di un posto "cosi' bello".... "una faccia cosi' bella".... ovvero: un mondo (quello del music-business) apparentemente cosi' bello, con tante

belle facce, ma che poi.....; "un sacco di stanze all'Hotel California ....": e' una chiara metafora sul lusso, sconsiderato ed inimmagina-bile che una rockstar puo' raggiungere una volta realizzate le sue ambizioni....o meglio: un vero e proprio "specchio per le allodole"... Ma andiamo avanti; ora ci stiamo per imbattere nella parte piu' affascinante e "maledetta" del testo, che "profuma" spesso di enigmatico. "La sua mente era distorta.... lei ha una tale passione per le Merce- des...." - quando il musicista diventa una star, innegabilmente esso puo' coincidere con un periodo di folle autodistruzione da parte dell'artista stesso, e tanta profusione di ego si puo' manifestare, come ben si sa, nella smodata passione per le automobili, soprattutto per quelle di rango superiore e portate alla grande velocita'. "Lei ha un sacco, davvero un sacco di graziosi ragazzi.... che lei chiama "amici"...... "Come danzano giu' nel cortile.... dolce sudore estivo.... danza da ricordare, danza da dimenticare......"

OOOOOOH.... qui tocchiamo corde molto molto sottili......: a mio parere il termine "graziosi ragazzi" e' una metafora del sesso, spesso quello sconsiderato e sfrenato, senza soluzione di continuita', vero e proprio "stemma" e caratteristica predefinita della classica rock-star; d'altronde quando si ha successo, si viene immancabilmente circondati da un mucchio di gente, di ogni tipo, e probabilmente c'e' qualche riferimento alla "summer of love del '67", condita si' da giorni indimenticabili ma anche da "danze" non proprio memorabili... "Cosi' chiamai il "Capitano" e gli chiesi se aveva ancora quello "spirito".... - spirito qui ha accezione di vino ma e' intelligentemente usato come termine ambivalente, e cioe' significante "spirito, spirito di un'epoca andata..." - infatti la frase seguente recitera': "Non abbiamo piu' quello "spirito" qui dal 1969...." oooooooh...... frase a dir poco magnetica e tra le piu' riuscite e simboliche di "HOTEL CALIFORNIA": in breve, come gia' accennato soprastantemente, le nostre rockstars vivono un periodo di totale smarrimento, di totale disillusione, politicamente parlando l'America e' in crisi profonda e gli Eagles genialmente "fotografano" questo cruciale momento come una "perdita di spirito", quello spirito, ormai non piu' proponibile, di un'epoca (quella dei caotici, convulsi ma libertari e rivoluzionari anni '60) che oramai e' gia' morta da tempo, e precisamente, secondo gli Eagles, da quel 1969. "E quelle voci ancora che richiamano nel cuore della notte, sveglian-domi...... "Benvenuto all'Hotel California...... un posto cosi' bello, delle facce cosi' belle...." - siamo daccapo, quelle frasi da veri e propri millantatori in una realta' completamente distorta e claustrofobica, richiamano l'attenzione del protagonista; "...se la godono all'Hotel California.....": anche questa e' una metafora sugli (immensi) piaceri che il diventare ricco e famoso comporta, quindi esprime un immenso piacere e divertimento, fino ai limiti del consentito, della star in questione, avido in tutto e per tutto a "succhiare" ogni singolo beneficio da questa esistenza dorata. La strofa si conclude con "...porta i tuoi alibi...." - segno infausto per la rockstar/protagonista che, una volta commesso il peccato, non puo' che costruirsi degli alibi.... per scontare le sue colpe.

Ora arriva la parte forse piu' interessante.

"Specchi sul soffitto, champagne rosa sul ghiaccio - e lei disse: "Noi siamo tutti prigionieri qui, per nostra stessa scelta...... E nella stanza padronale si sono tutti riuniti per la Festa....... Loro l'hanno accoltellato con i loro acuminati coltelli, ma non sono riusciti ad uccidere LA BESTIA!..."  "...l'ultima cosa che ricordo e' che stavo correndo verso l'uscita... dovevo trovare la via del ritorno dalla quale ero provenuto.... "Rilassati, disse il portiere notturno, noi siamo programmati per ricevere, tu puoi assicurarti ogni volta che vuoi.... MA NON POTRAI MAI PIU’ ANDARE VIA...."

"Specchi sul soffitto, champagne rosa sul ghiaccio": sono forme di lusso sfrenato che solo le milionarie rockstar si concedono, un po' per capriccio, un po' per puro istinto edonistico, io le  interpreto anche come un male insito nella vita da rockstar..... "Noi siamo tutti prigionieri qui, per nostra stessa scelta": il musicista arrivato al successo ed ormai consacratosi automaticamente si proclamera', suo malgrado, "prigioniero di se stesso", prigioniero di un mondo che lui non e' piu' capace di controllare, il destino appare gia' segnato, ed ormai non sembra esserci piu' via di scampo. (davvero affascinante questo periodo, gli Eagles evidentemente, pur strafatti e stracotti, avevano le idee chiare in proposito...) La Festa ed il successivo delitto sono altre spietate, decadenti metafore sulla smodata e scriteriata condotta di musicisti ormai autentici viziati e non piu' padroni delle proprie vite: sia "Festa" che "Bestia" qui hanno allusioni demoniache, ma in realta' "coprono", per cosi dire, una ben piu' amara, atroce verita': la DROGA (qualificata come BESTIA) ha preso il sopravvento, e, pur avendo tentato di reprimere l'abuso che se ne fa con "coltelli acuminati" (onde a significare disperati tentativi per non cadere schiavi della massicce dosi di cocaina di abusano i potenti del rock) essa ha via libera, e pare risultare assolutamente imbattibile.

Infine: quando ci accorgiamo di essere prossimi alla autodistruzione e quindi al pericolo morte, cerchiamo disperatamente, affannosamente di ritrovare la via del ritorno, ovvero la via della redenzione, e la fuga da questo mondo di ovatta e di false illusioni. Ma oramai e' troppo tardi: il "portiere notturno" simboleggia il famigerato "punto di non-ritorno": in pratica alla rockstars sara' concesso tutto quanto e' possibile essere concesso, loro potranno rimanere rinchiusi nel loro mondo claustrofobico fatto di lusso, sesso incondizionato, droga e riti satanici, ma per loro e' giunta l'ora, ed una volta arrivati non si puo' piu' tornare indietro. Una volta entrati nell'Hotel California, non sara' piu' possibile uscirne.

MAI PIU'.

 

TELEMACO "THE BEAST" PEPE

 

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