QUESTE CHE SEGUONO, CARO "DOTTOR-FRANZ", SONO "ALCUNE MIE DECOSTRUTTIVE CONSIDERAZIONI" SU QUANTO ESPRESSO DA UN NOTO “FILOSOFO ECCESSIVO”, GOFFREDO “MGM” MALATESTA, SU "(ALCUNE) POMPOSE DIVAGAZIONI DI UN PINDARICO", UNA MIA "OPERETTA" (CHE PRESTO TI FARO' AVERE) INCENTRATA PREVALENTEMENTE SU RECENSIONI ED ANALISI MUSICALI. IN PRINCIPIO LA DESTINAI A CARLO BERTINI, MA ORA LA "INOLTRO" ANCHE A TE, VISTO CHE SI TRATTEREBBE DI UN "PASSAGGIO OBBLIGATO", VISTO CHE IL "FOCUS", L'EPICENTRO DEI NOSTRI DISCORSI IERI ERA STATO PROPRIO L’”ILLUSTRE” FILOSOFO MALATESTA, ALL'UNANIMITA' (LA MIA) RICONOSCIUTO COME "IL GRANDE DECOSTRUTTIVO DI GERMANIA". E LE NOSTRE CONVERSAZIONI VIA E-MAIL NON POTEVANO CHE COMINCIARE CON QUESTA MIA SPECIE DI "EDITTO CONTRO L'ECCESSIVA FILOSOFIA". SPERO TU GRADIRAI. COSI' COME SPERO IO GRADIRO' CHE TU GRADIRAI (CHE I "FILOSOFI ECCESSIVI" NON GRADIRANNO, OF COURSE!...). ATTENDO UN TUO COMMENTO, "TO THE POINT" E CONCISO. ORA ANCHE TU SEI ENTRATO A FAR PARTE DELLA MIA "PINDARIC-MAILING-LIST". TI PRECISO CHE IL TONO DELL'E-MAIL, A TRATTI DURO E SPIETATO, MA DANNATAMENTE SINCERO ALLO STESSO TEMPO, E' SEMPRE RIVOLTO A MALA- TESTA, PERCIO' NON TI IMPRESSIONARE PER CERTE MIE "IMPOSIZIONI". L'INTRANSIGENZA E' UNA PECULIARITA' DELLA MIA TRIBOLATISSIMA PSICHE. (EEEEEEHHHHH.... LA PSICHE...... CHE PSICHE!!!...). E QUI RISALTA IN TUTTO IL SUO (BENEFICO) ESTREMISMO.
E RICORDATI, QUELLO CHE PER LUI E' "JAZZ", PER ME E' "POP". A PRESTISSIMO, SPERO. LUCA COMANDUCCI, ALIAS TELEMACO PEPE, GRANDE SIGNORE DEI SENSIBILI, INSPODESTABILE MONARCO DEL VOLO PINDARICO FONDATORE DEL "PARTITO DEGLI ANTI-DECOSTRUTTIVI" BUON DIVERTIMENTO! LE RIPRESE HANNO INIZIO ORA! SI ASTENGANO COLORO RIENTRANTI NELLA CATEGORIA (POCO PROTETTA) DEGLI "ECCESSIVI FILOSOFI".
Un bacio, al volo...
"INNO DEL "SIGNORE DEGLI ANTI-DECOSTRUTTIVI" - IL VOLO PINDARICO AL POTERE, UNA VOLTA DI PIU'!
PREMESSA: essendo io un grande "fan" della mia schizophrenia acuta ed irreversibile, nonche' accanito sostenitore del "verbo pindarico", che MAI E POI MAI abbandonero', mi permetto di scrivere questa lettera di gentile protesta con la quale umilmente avanzo alcune mie ("decostruttive") considerazioni. Dunque... Innanzitutto non tollero un'analisi SOLO ED UNICAMENTE votata ad un fattore di "iper-criticismo" (permettetemi questo termine) dove viene privilegiata piu' la forma e/o la conoscenza letteraria e filosofica, piuttosto che (come io preferirei) il contenuto ed il fattore-creativita'. Gia', perche' io, Telemaco Pepe, Supremo Imperatore dei Pindarici, VOGLIO ED ESIGO venga presa in considerazione la CREATIVITA', LA FANTASIA, LA SENSIBILITA', L'INTUITO dell'artista, un artista, ahime', messo alla gogna da una severita' di giudizio tutto sommato ingiusti- ficata. Non si puo', io sostengo, giudicare un'opera solo con un piglio profondamente letterario ed incline alla struttura della forma. Io parteggio (e sempre parteggiero') per l'istinto umano, vero insondabile principio della nostra esistenza. Tendo, in poche succinte parole, far prevalere l'istinto sulla ragione, la fantasia creativa sulla erudita conoscenza (non importa a quale materia mi riferisco, il concetto e' chiarissimo), l'intuito sulla costruzione perfetta di una frase, e, non ultima, una "Dea" a me cara ed alla quale il mio principio creativo non puo' in nessun modo rinunciare: La Sensibilita'. Voglio essere ancor piu' chiaro ed eloquente: senza sensibilita', per me non esiste la vera arte. Ancora: senza sensibilita' l'arte si "spoglia" di un fattore determinante, ed essa rischierebbe di non acquistare quella profondita' dell'animo e del pensiero, assolutamente basilare quando si affronta un processo creativo. Chiaro il concetto? Voi potreste pormi davanti anche al piu' grande uomo acculturato di questo pianeta, uno con una mirabile conoscenza della materia e conoscitore di eruditi concetti che il genere umano in gran parte ignora o non osa addentrarvicisi. Ma egli potrebbe anche seguire un percorso meramente critico, non creativo. Quindi: "critico" = non necessariamente "creativo". Un grande erudito di materie classiche ed umanistiche potrebbe non essere in grado di esprimere una propria arte creativa e quindi a limitarsi solo ad esercitare la funzione di critico. Su questo concetto (e mia personalissima tesi) non transigo. Percio' sono dell'irreversibile opinione che in un'opera (come nel mio caso di "(ALCUNE) POMPOSE DIVAGAZI0NI DI UN PINDARICO") e' stato messo in dubbio e selvaggiamente criticato il mio approccio con la lingua italiana e la sua forma in generale, sorta di (troppo) personale forma di giustizia verso un lavoro sincero ed a cui ho infuso una notevole dose di sentimento e, e' poi il caso di reiterarlo per l'ennesima volta?, molta benefica fantasia. Di certo non saro' l'individuo piu' erudito e tecnico in materia di costruzioni ed analisi, su questo non possono sussistere dubbi e controversie. Ma non e' questo che mi interessa. Quello che io avrei preteso, in particolar modo quando propongo un mio personale discorso, una mia personale analisi sulla societa' contemporanea (sia che essa sia musica, cinema o donne sull'orlo di una crisi di nervi...che poi ruttino o scoreggino a me non interessa...), e' un giudizio lucido ed esemplare sulla MIA CREATIVITA', sulla MIA SENSIBILITA' ED INTUITO (E FANTASIA, quindi), e non solo esclusivamente sul fatto che io debba raggiungere ancora un certo livello di scrittura. Dovrei anche cercare di capire che cosa s'intende per "raggiungimento di un certo livello di scrittura". Io sono per una piu' attenta analisi da un punto di vista del contenuto e (come specificato sopra) della creativita' di chi compone un'operetta o di chi scrive poesie od emette pensieri sul nostro mondo a noi circostante. A mio parere, si vogliono mettere un po' troppo i puntini sulle "i", il che alla lunga puo' risultare assai fastidioso. Io esigo i miei scritti non vengano giudicati come "deficitari" di certe forme della lingua italiana, perche', tutto sommato, non mi reputo ne' un analfabeta, ne' tantomeno uno che non cura il proprio linguaggio (eccome, se lo curo!). No, il mio non vuole essere un acido scontro ideologico con filosofi, letterati od intellettuali di turno, ma semplicemente una acuta e lucida analisi sul modo e sui criteri di giudizio di chi critica (o stronca, a seconda dei casi) le creazioni altrui. Una contro-critica, in poche parole. Un ulteriore appunto: la lingua inglese "sfoggiata" nella recensione musicale di "THE WHO - LIVE AT LEEDS". Anche in questo caso non tollero che mi venga detto di non avere usato forme grammaticali appropriate per esprimere un commento su questo grande disco di rock. Giungiamo al dunque: ma Lei, Malatesta, quanto se ne intende di questo tipo di musica? Ancora: cosa intende per "forme grammaticali inappropriate"? Guardi che il sottoscritto non e' mica l'ultimo arrivato in materia... Che lei lo voglia sapere o no, seguo un intelligente principio di creativita', per quanto riguarda il mio ordine di idee musicali. Prendo spunto da un critico molto piu' famoso e celebrato di me, ne scompongo il suo stile di scrittura e poi tendo a farlo mio, pero' adottando il tutto al MIO stile, e non, per logiche conseguenze, al suo. E poi diciamocelo chiaramente: preferirei, con tutto il rispetto verso la sua analisi, essere giudicato da chi e' davvero competente in materia (ad es.: inglesi madrelingua, chi studia "Lingue e lettaratura straniera" e cosi' via dicendo). Elisabetta Amodio, a mio modestissimo parere, sarebbe piu' indicata, visto che studia una materia attinente alle mie conoscenze linguistiche. "ARANCIA MECCANICA": e' libero di esprimere qualsiasi forma di dissenso verso la mia analisi sulla famosa pellicola di Kubrick. Non so cosa lei intenda per "mancata incisivita", ma io le ricordo che NON SONO (e mai, soprattutto, saro') un critico (ne' cinematografico, ne' musicale). Le mie erano solo considerazioni di una persona che ha amato molto quel film, e che, colto da ispirazione, ne ha voluto tratteggiare le fasi salienti. Magari la sua critica verte su ben altro, ma ognuno ha le proprie vedute e, sinceramente parlando, ho ricevuto bellissimi complimenti, anche da esperti del settore (quindi non ultimi arrivati o gente presa dalla strada), circa la mia recensione su "ARANCIA MECCANICA". Certo, di sicuro esisteranno critici molto piu' qualificati e tecnici di me, ma se ogni volta dovessi pensare di avere a che fare con gente piu' dotata ed esperta, beh... allora mi metterei a scrivere recensioni su "BIANCANEVE E I SETTENANI", cosi' alla fine scompongo anche quella e ne faccio un altro, originale racconto per bambini. Sono orgoglioso di quello che ho espresso su "ARANCIA MECCANICA" cosi' come sono soddisfatto del mio inglese usato in "THE WHO - LIVE AT LEEDS". Non prenda tutto cio' come una forma di narcisismo. Io sostengo di essere una persona intelligente, molto sensibile, dotata di spirito creativo e fantasiosa. E percio' e' mia prerogativa assoluta difendere sia la mia persona che, soprattutto, la mia arte. Non importa se essa e' piccola o grande arte, comunque e' una personalissima forma di creativita' e di espressione che riflette palesemente il mio complicato e tribolante ego. Infine: il concetto sulla letteratura giovanile. Il suo, Malatesta, e' sicuramente un forte parere che non lascia sulla via ne' compromessi ne' forme di giudizio accomodanti, naturalmente e' condivisibile e non condivisibile. Anch'io mi batto spesso e volentieri per un miglioramento della societa' contemporanea, e rimango in molti casi sconcertato dall'accezione che molti giovani danno del concetto di "anticonformismo". D'altronde io sono stato ben chiaro, nella feroce critica mossa nel capitolo centrale del mio secondo libricino, e cioe' che oggi la parola "anticonformismo" e' stata selvaggiamente saturata, si tratta di un concetto ormai da abolire ed inutilmente fine a se stesso. Nemmeno io so oggi cosa sia il vero anticonformismo. Io non mi definisco anticonformista per antonomasia ma un acuto demonizzatore delle conformita' e delle abitudini altrui. Ma non e' altrettanto vero che, come lei sostiene, non esista una realta' e quindi una letteratura giovanile. Invece, e qui grido il mio dissenso fino a cavarmi le tonsille dalla bocca, DEVE ESISTERE!!!! DEVE, per la miseria!!!! Altrimenti quali saranno nel nostro futuro le voci scomode che "terremoteranno" le stupide ed obsolete convenzioni di una societa' incapace di aiutare e di comprendere il prossimo?... Se e' vero che una letteratura giovanile non esiste e non puo' esistere, allora tutto rischia di ridursi ad un eterno, elefantiaco concetto filosofico....! Le sembra giusto? Non e' necessario essere attenti e scrupolosi ascoltatori di musica jazz o di altra musica cosiddetta "colta" per dissociarsi dal pattume musica- le dettato dalle imperanti regole della musica pop (la musica cioe' che domina i mercati). Prima o poi lei si accorgera' che esistono persone, ragazzi con una loro sensibilta' musicale, politica e filosofica, che non hanno bisogno di studiarsi fino alla paranoia dischi di John Coltrane, Chet Baker, Louis Armstrong o, in termini piu' recenti, Miles Davis (ma qui parliamo gia' di contaminazioni con il rock europeo). Esiste, e non so' se mi sono spiegato, anche gente dalla natura non propriamente impegnata o in particolar modo colta, ma in grado di rappresentare un movimento sovversivo, gente in grado di esprimere un ragionamento valido e abbracciante quella che negli anni '70 veniva definita "contro-cultura". Prenda il MATALUNA, ad esempio: si tratta di un posto di ritrovo bellis- simo, molto tendente a formare circoli ricreativi; il sottoscritto non ha esitato ad etichettarlo come "UTOPUB", e cioe' PUB DEGLI UTOPICI. Bella definizione, vero?... Si', un PUB per Utopici, per persone cioe' con un indice di creativita' votato alla sovversione delle stancanti ed imperanti regole del consumismo e del provincialimo piu' tipico delle nostre zone. Io ho "abbracciato" quella specie di "mondo a parte", proprio perche' la sua unicita' risiede nel confronto, spesso lucido e pacato, tra giovani e meno giovani, con i quali si parla di tutto, dai temi piu' disimpegnati a quelli che toccano le piu' vivide corde dell'emozione, emozioni nelle quali traspare una sensibilita' sconosciuta ad altri luoghi di ritrovo. Un vero e proprio combo di artisti od aspiranti artisti, combo di cui io sono orgogliosissimo di farne parte (e del quale io mi posso autoproclamare un "piccolo ambasciatore"). Quindi... VIVA LA FANTASIA, LA CREATIVITA', L'INTUITO E LA SENSIBILITA' che io senza vergogna promuovo ad elementi indistruttibili ed irrinunciabile al fine di seguire un processo creativo (nel mio caso "pindarico creativo"...ih-ih!...) che non deve SEMPRE E COMUNQUE tenere conto di assurde forme di linguaggio o di "iper-tecnicismi" vari o, casomai, di una cultura straordinariamente vasta ed erudita. Ultima osservazione: si badi bene, con il termine "pindarico" io non ho intenzione (e mai ho avuto intenzione) di offendere il concetto storico-filosofico che si ha di questa parola. Per me "pindarico", contesto storico o meno, ha un prevalente significato di "evasore dalla realta' contemporanea", o meglio, di "fustigatore della noia quotidiana", con l'ammirevole scopo di portare la mente verso mondi paralleli, ai piu' sconosciuti, nei quali vige la Dea Fantasia, libera, "depurata" da qualsiasi convenzionalita' o dogma. Insomma, qui la Storia non deve aver a che fare con le accezioni che si attribuiscono al termine "pindarico", o "volo", altrimenti si corre il fatale rischio di fraintendere il significato o, ancora piu' indicativo, corriamo il rischio di malinterpretare il concetto di "missione" che questa nuova arte si prefigge di perseguire e di portare a termine. Queste sono le mie "decostruttiviste" considerazioni di un uomo che non si lascera' abbattere (in tutti i sensi) da rigide e ferree re- gole letterarie, o, come in questo caso, prettamente filosofiche. Attendo una sua (spero non troppo "decostruttiva") replica.
BYE
TELEMACO PEPE, Supremo Decompositore dei Decostruttivisti
Telemaco Pepe, Supremo Imperatore dei Pindarici Sommo Teocrate del Volo Pindarico Roboante esteta del pensiero ad oltranza Infallibile esecutore cerebrale "...mi cullo nella baldanzosita' dei miei "voli" finche' la mia placidita' non verra' frustata da un acido quanto imprevisto risveglio... mi contemplo in un candido, assoluto silenzio e celebrero' la mia imponderabile solitudine..."
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