12-03-2004

 

 

 

STARSKY & HUTCH

 

(affettuose, of course) considerazioni finali da parte di ALAN J-K-68 TASSELLI

 

 

Una delle peculiarità/caratteristiche della coppia Glaser/Soul di cui solo morbidamente accennato nel mio primo articolo loro dedicato, risiede nella profonda, inusuale sensibilita’ attraverso la quale vengono espresse angosce, speranze, dramma e commedia da parte dei due inossidabili detectives, una ricerca/sviluppo interiore che all’epoca non aveva eguali. Ecco perche’ parlavo di “alchimia”, o meglio, “chimica” di due personalita’ perfettamente antitetiche ma altrettanto perfettamente magnetiche l’una nei confronti dell’altra: durante l’intera serie tale processo alchemico risulta essere il componente indissolubile ed irrinunciabile sul quale regge qualsiasi episodio e/o scena del popolare telefilm. Anche in puntate il cui plot non risulti eccelso ne’ particolarmente originale od accattivante, subentra questa sorta di fattore immutabile, la straordinariamente infrangibile intesa tra due attori che sembrano conoscersi da sempre, ed i cui sentimenti viaggiano all’unisono creando sempre il presupposto per la risoluzione di intricatissimi casi, allo stesso tempo condendo gli episodi con autentiche, spassosissime gags dal travolgente intrattenimento.

Due personaggi, dunque, sulla cui psicologia e spessa, indiscussa umanita’ gli sceneggiatori, produttori (e, suppongo, gli attori stessi) hanno lavorato egregiamente, conferendo quell’aura di unicita’ e magia che da sempre avvolge le avventure dei due sbirri lungo le sporche, inquinate, malavitose vie di Bay City. La loro onesta’ ed estrema abnegazione al lavoro di poliziotti perennemente in incognito e/o sul filo del rasoio a tratti rischia di commuovere pesantemente lo spettatore; ogni loro approccio rappresenta la quintessenza della determinazione, quella determinazione che solo i veri eroi possiedono ed attraverso la quale intendono far salire la giustizia sul podio più alto, dribblando agevolmente e con intatta classe le volgari tentazioni che troppo frequentemente circondano ed annacquano il settore del cosiddetto “ordine pubblico”: corruzione, facili guadagni, droga, prostituzione, veloci avanzamenti di carriera: trattasi di  un glossario del tutto sconosciuto sia a Starsky che ad Hutch. Non viene lasciato il benche’ minimo spazio alla ambiguita’, ne’ si scorgono sbandamenti psichici dalla particolare intensita’: due tutori della legge percio’ sin troppo perfetti, una perfezione che , ahinoi, rivela al pubblico più attento quanto falsa e ricca di inganno sia la realta’ al di fuori di un classico “drama-cop”.

…ma… ma in fin dei conti di show si tratta… ed uno show ha il preciso, insindacabile compito di divertire, meglio: di INTRATTENERE (no?…) – e, in quanto a forma di intrattenimento, STARSKY & HUTCH ha, senza il benche’ minimo dubbio, pochi eguali al mondo.

Infine, una citazione d’obbligo allo straordinario lavoro svolto in fase di doppiaggio: CESARE BARBETTI (HUTCH) e MANLIO DE ANGELIS (STARSKY) conferiscono grande pathos ed un’ espressivita’ vocale nettamente funzionale ai due attori americani (stesso dicasi per SERGIO FIORENTINI (CAPITANO DOBEY) e PIERO TIBERI (HUGGY BEAR), altrettanto straordinari nelle loro caratterizzazioni interpretative): trattasi dopo tutto di due tra i migliori doppiatori italiani di sempre (in particolare Barbetti) le cui voci vi risulteranno familiari anche in contesti più strettamente cinematografici. Mettiamo subito in chiaro una cosa: avessero scelto altri due doppiatori, QUALSIASI altro duo di doppiatori, STARSKY & HUTCH in Italia non avrebbe avuto lo stesso debordante successo: troppo spesso si sottovaluta l’importanza di chi si cela dietro il volto, “sotto” la voce di quel determinato attore od attrice stranieri: in questo contesto mai scelta si rivelo’ cosi’ PERFETTA: Barbetti, la cui voce possente e ricca di sfumature rese perfettamente credibili gli sbalzi caratteriali del tenace, lievemente nevrotico Hutchinson, mentre la vocalita’ più rilassata di De Angelis era il complemento ideale al personaggio sornione e divertito impersonato da Starsky.

Beh… quando si dice… “alchimia”… anche il doppiaggio non poteva certo esserne immune….

 

ALAN J-K-68 TASSELLI

 

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