28-03-2003

 

 

 

 

"WE "GLAM" BUT SURE WE DON'T ROCK"

 

Breve ma spietata analisi su uno dei piu'

grandi bluffs che la storia del rock ricordi

 

 

A parte David Bowie, Lou Reed e qualche gemma dei T. REX

ho sempre considerato il movimento-glam come una autentica

sciatteria sotto forma di ... "musica". Etichettare "artisti" pseudo-

rockers quali Gary Glitter o Sweet e Slade sarebbe

come rinnegare in pieno il concetto di "rock-music" intesa

come arte dello spirito ribelle e spesso iconoclasta; altro non

si tratto' che di un'immagine tronfia e stantia, tra le meno

fantasiose mai apparse, una irritante quanto offensiva, vomi-

tevole sequela di lustrini e paillettes, che tanto piu' luccicavano

quanto piu' la musica, quella vera, genuina, scompariva progres-

sivamente, senza lasciare pressoche' traccia od un ricordo

ben definito o tangibile. Che questa corrente tanto assurda

quanto simbolo dell'inutilita' piu' lampante e sconcertante

abbia avuto un seguito su generazioni di metallari segaioli

incapaci di ricavare dai propri strumenti una benche' minima

scintilla di originalita' compositiva risulta sin troppo evidente,

oggi. Molti ascoltatori di musica, ahime', come sempre accade,

la stragrande maggioranza, non hanno affatto compreso (e

mai, si suppone, saranno capaci di comprendere) che quelle

poche, pochissime gemme improntate sul fascino impossibil-

mente kitsch del glam sono state estratte da artisti del ca-

libro di David Bowie, Lou Reed, Marc Bolan e Mott The

Hoople (citerei anche i New York Dolls, sebbene non abbia

mai approfondito la loro, comunque originale, rilevante portata

musicale), e non certo dai gia' menzionati Glitter and

Company. Eccettuato il leggendario, epocale (e in poche, rare

circostanze questo termine ha assunto 'si' tale pienezza di

significato ed intenzione) THE RISE AND FALL OF ZIGGY

STARDUST AND THE SPIDERS FROM MARS, nessun'altra

opera dell'epoca ha mai cosi' egregiamente riassunto il con-

cetto di decadentismo ed ambiguita' sessuale, con un "Duca

Bianco" sinonimo di espressivita' e genio artistico, uniti ad inne-

gabile sensibilita' ed assoluto tempismo musicale completamente

fuori dall'ordinario. Occorrerebbe precisare che, come molti

invece hanno sempre pensato (e mai obiettato), non fu Bowie a

portare il GLAM alla conoscenza del grande pubblico gio-

vanile: fu Marc Bolan, e precisamente con ELECTRIC

WARRIOR (datato Ottobre 1971, se non erro) che comin-

cio' ad affacciarsi questa "coloratissima esposizione"

tutta colore e lucchichii rappresentate da "fat guitars"

ed inni semi-adoloscenziali al "teenage sex'n'roll".

Fortunatamente, sia Bolan che "Mr. Ziggy" sarebbero

sfuggiti agli stati piu' bradi di questo sotto-sotto-genere,

lasciando l'infausta, ignobile "eredita'" ad altre decine

di glammers idioti e senza una precisa vocazione musicale.

Se davvero avrete bisogno di un esempio che funga da "guida"

al riconoscimento "glam-artistico" di Bolan, vi e' una frase

alquanto significativa contenuta all'inizio di LADY STARDUST,

forse il miglior spaccato in assoluto di Bowie, contenuta,

of course, nel leggendario ZIGGY STARDUST:

"People stare at the make-up on his face..." (La gente fissa

lo sguardo sul trucco sulla sua faccia...") - che altro non

e' che una piccola, sincera celebrazione all'iconografia "bolaniana"

dell'epoca, segno implicito di come Bowie stesso sia stato

influenzato dalla struggenza e decadentismo del futuro

Re del Glam. Se esaminate alcune tappe fondamentali all'in-

terno del percorso artistico dei due (intendo nei primi anni

di affermazione personale), uno, sebbene solo a brevi tratti,

sembra rincorrere l'altro: fulgida dimostrazione di cio' e'

COSMIC DANCER, perfetto connubio fotografico dell'epoca,

un esemplare incrocio tra la saga spaziale di SPACE ODDITY

ed una drammatica perdita nel subconscio. Non a caso COSMIC

DANCER, immediatamente a partire dai primi sospesi accordi, non

puo' che ricordare proprio la vicenda struggente del Major

Tom: i toni sembrano equivalersi, quasi una sia il sequel

dell'altra. Rimarra' in assoluto il capolavoro di Bolan,

mai piu' eguagliato.

Quanto al pattume "thrash-coloured" di provenienza

SWEET and SLADE, non ho molte parole da spendere.

Per un buon triennio essi hanno rappresentato la suprema

antitesi del rock piu' creativo e rivoluzionario: spazzatura

per teen-agers senza cervello, oserei affermare senza

pudore alcuno, musica (se il termine puo' apparirvi lecito)

senza una precisa collocazione temporale, creata apposta

per insulsi parties a base di aranciata e coca-cola, aventi

la medesima valenza degli isterismi di massa esercitati

in favore di idoli pop italiani quali Rita Pavone o Little

Tony, passando per altri sciocchi pseudo-eroi apparsi

in Cantagiri ed orribili edizioni del Festival di Sanremo.

Ovvero: il cattivo gusto pare non avere mai fine, e per

le nostre orecchie tutto questo non puo' che comportare

un martirio infinito, tanto orrorifico da ledere il nostro

udito in fatto di musica, MUSICA VERA.

In sintesi, quando l'idiozia e la totale mancanza di classe

od idee che rasentino un minimo di originalita' vengono

sposate alla musica, avrete come "demone partorito"

il filone del GLAM-ROCK: un figlio degenere, con un quo-

ziente intellettivo molto al di sotto della media; una

"creatura" che spaccia continuamente (incessantemente)

trucco, rumore ed insensati assoli al fulmicotone per creativita',

illudendo (perche' di illusione altro non si puo' che parlare)

un giovanissimo, ancora vergine (in tutti i sensi) pubblico

senza pretesa alcuna , e soprattutto, senza la minima inten-

zione di poter razionalmente pensare e successivamente

realizzare quale sia davvero il confine tra il bello ed il

brutto, tra l'arte ed il trash, tra il talento e l'idiozia

piu' belligerante e sconfinata.

...e tra MUSICA e... Merda (rigorosamente con la

"M" maiuscola)...

 

ALAN J-K-68 TASSELLI

 

Questo testo è depositato presso www.neteditor.it e quindi coperto da diritti d'autore. Esso non potrà essere riprodotto totalmente o parzialmente senza il consenso dell'autore stesso