13-08-2002

 

 

 

 

PROVOCARE

 

Il delitto psichico di un continuo, errante e spossante quesito su me stesso, la sensazione di essere travolto da slanci depressivi di ancestrale, debordante entita', l'udir di successi altrui, destabilizzanti il mio animo apparentemente incorruttibile e votato ad una continua rivalutazione del mio frustrato ego. Accenni di autodistruttivita' avvertibili da nuove onde empatiche dalla durata alterna, come scosse elettriche ad altissimo voltaggio che derragliano i miei sensi in contorcimenti ed appannamenti cerebrali, depauperando, detronizzan- do il mio anche piu' pallido spiraglio di luce. Un botto, e sono giu' di nuovo. Lo spartiacque di una scissione posta tra un concetto ed un altro diametral- mente, drammaticamente opposto. E ritornai a vagare, altro non avrei potuto fare, scelta obbligata, fra un secondo moriro', oppure mi ridimero'. Tristi parole, vittima di auto-indulgenza e bieca speranza, lirico come mai prima d'ora, roboante pensiero di riscatto, poi un passo indietro e di nuovo IL NULLA. Tetra ombra di sanguinoso delitto alle spalle. Il MIO delitto. Saro' ancora in grado di fuggire? Saro' ancora in grado di capire? Scalfire, un ricordo affinche' ne affiori un altro e provocazione continua. Perche' altro non saro' costretto che a fare: provocare. Una morte lenta e precoce distesa su un letto di rose su di un letto in un castello di remota bellezza regolarmente visitato solo da spettri e fantasmi di giocolieri giocondi ed errabondi, senza una meta...

TELEMACO PEPE ...tratto, "catturato" da un momento di acuta, rara depressione apparentemente ingovernabile, "depressione-killer", salvo in extremis, delitto alla psiche sfiorato...

 

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