Pochissimi dischi hanno saputo riunire in appena 45
scarsi minuti intenso, debordante lirismo ed infinita' umanita artistica,
sfociando in un drammatico, sebbene mai auto-compiaciuto, realismo, a cui
l'artista, sommo poeta transgenerazionale e cantore della propria travolgente
sensibilita', ricorre mirabilmente nel tentativo di dipingere squarci di truce,
arida realta', tramite la quale la musica si fonde in un percorso onirico e
trasversale, battendo sentieri tortuosi e poco frequentati, percorsi setacciati
dal nostro protagonista, avventuriero dei suoni e delle bizzarre alchimie in un
tempo in cui molte azzardate soluzioni non potevano essere concepite, ne'
comprese
appieno.
ASTRAL WEEKS di Van Morrison, edito nel 1968, appartiene a quella ristrettissima
categoria di "cult-albums" che possano vantare una rara ispirazione
artistica e inusuali doti di umanita', quell'umanita' cosi' tipica della figura
schiva e solitaria di Van Morrison, autore tra i piu' geniali e prolifici della
nostra era, leader di una generazione di cantori le cui liriche e soluzioni
musicali fuori da ogni tempo e libere da ogni schiavizzazione concettuale si
ergevano imperiose nel cercare di voler imporre una voce che appartenesse ad una
"Societa' del Nulla", quel Nulla a cui nessuno faceva riferimento;
sentimenti criptati, tenuti nascosti per paura di ledere l'ingenuita' di un
popolo che si auto-definiva libertario ed anarchico per natura (o per vocazione)
ma che in realta' mostrava ancora un latente imbarazzo nell'esprimere le proprie
ansie, le proprie sensazioni ed angosce, il proprio (libero?...) amore.
Assoluto cantore di una umanita' che rasentava la piu' pura espressionedella
sincerita' fu Van Morrison, "The Man" per chiunque abbia potuto
apprezzare sia le doti di sommo compositore e poeta del XX° Secolo che la sua
disarmante, apparentemente rozza e sguaiata vocalita', una voce al contempo
espressiva ed evocatrice, sensuale e provocatrice, emblema sibillino di un amore
infinito ed impronunciabile nei confronti dell'animo umano.
"If you don't like Van Morrison, perhaps you come from another planet?"
recitava caustico una celebre linea tratta dal ZIG ZAG MAGAZINE, moltilustri fa.
Gia', se a qualcuno non piace Van Morrison, e' assai probabile
che costui possa provenire da un Pianeta diverso dal nostro. O, ancora piu'
preoccupante, forse egli non meriterebbe nemmeno di vivere sulla Terra.... Una
cosa comunque e' chiara e ben delineabile: che vi piaccia o
meno, la musica e l'arte sopraffina di Van Morrison non puo' rimanervi del tutto
indifferente. In Van "The Man" non e' presente alcuna forma di
divismo, quel divismo cosi' caro a certe (molte) stars appartenute alla sua
generazione; ne' lo si puo' tacciare di eccessivamente erudite, irritanti
pretenziosita' in voga propria durante la sua strabiliante ascesa come solista,
a cavallo tra il 1968 (anno di pubblicazione di ASTRAL WEEKS)e la prima meta'
degli anni '70. In definitiva, Van Morrison si rivela essere un straordinario
esempio di Universo Musicale a se stante, dotato di una propria autonomia
creativa, un senso di liberta' anarchica che non ha nulla da spartire con
l'edonismo rockistico ingombrante dell'epoca.
Un infinito esploratore, cantastorie dell'era moderna, sensibilissimo e
captativo come pochi, indisponente, forse anche antipatico ma ad ogni modo
artista nella piu' larga accezione del termine; Morrison non sembra
aver affatto timore dei territori nascosti ed oscurati dalla misconoscenza di un
popolo che non vuole (e non pretende) apprendere piu' di quanto sa; esso si
culla nella propria mediocrita', nelle forme di insana,
diabolica lussuria, auto-lesionista nel suo prodigarsi a perpetue
autocelebrazioni pompose quanto inutili. Van THE MAN e' l'antitesi di tutto
questo e molto, molto di piu'. La sua impareggiabile Arte fonde misticismo,
drammatici approcci con la realta', pianto e sofferenza, solarita' e purezza,
massima espressione di compiuta liberta', una dolce anarchia che traspare dai
suoi piu' luminosi e celebrati capolavori.
ASTRAL WEEKS e' la summa dell'approccio ispirativo dell'"Uomo-Van":
"to be born again" diverra' la frase manifesto del periodo post-Them,
"rinascere di nuovo": si puo' interpretare come la (ri)nascita di un
artista
ora slegato da vincoli contrattuali od esigenze strettamente pragmatiche legate
al Dio-Denaro, ma,
soprattutto, essa e' interpretabile come una spiritualita' ritrovata ed
incontaminata, strumento mediante
il quale poter riversare sulle note e sulla voce la propria umanita' artistica;
oltre alla gia' disincantata, intensisissima umanita' che traspare da ogni solco
di ASTRAL WEEKS, cio' che rende veramente ammirevole le opere morrisoniane e'
l'impensabile coraggio adottato dalla sua figura di musicista e performer cosi'
traumaticamente lontano dagli showbiz di uno star-system sempre piu' spietato e
retto da rigide, stantie regole legate al Business. A partire da ASTRAL WEEKS
Van Morrison modellera' una prolifica quanto inarrivabile carriera all'insegna
della piu' pura e veritiera trasposizione della persona-Morrison.
Lui che di se stesso non ha mai pensato di poter essere considerato un GENIO, ma
un semplice divulgatore dell'"IO", assoluto IO, metronomo infallibile
della propria introspezione psicologica, senza comunque eccedere in
grossonalita' od eufemismi od allitterazioni d'accatto, riducendo il concetto
musicale a qualcosa di complesso ma al contempo ornato da una disarmante
semplicita' una volta affrontata la fase di proposizione.
In ASTRAL WEEKS, insuperato capolavoro d'introspezione umano-artistica, Van
Morrison canta, semplicemente, se stesso: traspaiono nitidamente le sue
frustrazioni, angosce quali stretto risultato di un io interiore devastato e
prossimo al pianto; viene compiuto un atto di sincero dramma psicologico, senza
mai cadere nel melenso o nel patetico, evitando astutamente (ed
intelligentemente) di aggrapparsi ad un pronunciato auto-lesionismo o, ancora
piu' grave, a forme di sentimentalismo bigotte e tendenti alla ruffianeria piu'
bislacca e puerile. Morrison si appoggia con maestosa eleganza
all'interpretazione che da della propria persona, e NON del proprio essere
artista, come probabilmente avrebbero fatto molti altri al suo posto. E' in
questo concetto che viene egregiamente giustificata l'unicita' delle sue opere,
sinonimo di genio ed indiscutibile, inarrivabile talento.
Le atmosfere del disco oscillano tra l'incauta ricerca inter-personale di SWEET
THING, contraddistinta da un tono riccamente fiabesco a cui fa da contrappunto
un insinuante, magnetico flauto ed il canto metafisico della title-track; ogni
solco presente e' una diversa interpretazione del "sogno" da parte di
un inquieto Morrison, mai cosi' lirico, mai cosi' spietato nell'esporre un
sentimento carico di chiaroscuri e levigata poeticita'. Raramente poesia e
musica hanno operato in una simile simbiosi; e la voce di Van Morrison non
poteva che rappresentare il miglior strumento onde tracciare un percorso, un
sentiero attraverso il quale egli potesse tradurre i molteplici tasselli di un
mosaico infinitamente espressivo, un dipinto ora in bianco e nero, ora l'impersonificazione
della vitalita' piu' selvaggia e delirante.
Ascoltare ASTRAL WEEKS e' come trovarsi di fronte ad un poema appartenente ai
classici autori senza tempo, da William Blake e Baudelaire, a Hemingway e
Fitzgerald, passando per i grandi pittori impressionisti, a Rembrandt e Van Gogh.
Artisti che furono in grado di oltrepassare il riduttivo concetto di Arte o
semplice rappresentazione, per addentrarsi in qualcosa di piu' complesso e
metafisico, dove il desiderio di ricerca viaggiava all'unisono con un'innata
sensibilita' artistica, ed il cui sentimento veniva trasposto nella sua
integrale pienezza ed espressivita', senza alcun bisogno di stravolgerlo o
renderlo irreale o assurdo.
Cosi' come mai vi apparira' irreale od assurda, tronfia od annacquata l'Arte e
la Musica di Van "The Man" Morrison; la sua straordinarieta' risiede
proprio nel non essersi mai considerato straordinario, tenendo fedelmente,
implacabilmente incollati ai propri piedi sia le personali ambizioni che il suo
immenso talento in qualita' di insostituibile cantore dell'era moderna.
Van Morrison produrra' altri sublimi pietre miliari, tasselli irrinunciabili ed
insostituibili per l'evoluzione della grande musica del Novecento, quali
MOONDANCE e TUPELO HONEY, sebbene nessuna delle future opere morrisoniane
riuscira' a toccare il senso di approccio musicale e di ricca, limpidissima
umanita' di cui ASTRAL WEEKS rappresenta il vertice lirico piu' alto della
seconda meta' del XX° SECOLO.
Questo testo č depositato presso www.neteditor.it
e quindi coperto da diritti d'autore. Esso non potrą essere riprodotto
totalmente o parzialmente senza il consenso dell'autore stesso