09-08-2002

 

 

 

Impressioni su di un poeta maledetto che "non sarebbe uscito vivo di qui": JIM MORRISON, la "lucertola" che spezzo' l'America in due

 

Cio' che vorro' proporre in questo imminente ritratto sara' una analisi estremamente personale sul carisma ma anche (e soprattutto) sull'importan- za che ebbe, all'epoca, la figura di JIM MORRISON, nei confronti di un'opinione pubblica la quale fin troppo superficialmente e frettolosamente era solita condannare i "Maledetti (e futuri martiri) del Rock erigendoli a sinonimi di Male Profondo, o addirittura proponendo squallide, bieche allusioni a Mephisto e diretti interessati... Ma, e questo ben si sa, i critici musicali di quel tempo sguazzavano in mez- zo ad un pantano di conformismo e di eccessivo "conservatorismo", in special modo gli americani; non a caso Morrison ricevette tutte le sue arcinote e leg- gendarie condanne nel proprio paese, gli Stati Uniti, e non credo avrebbe avuto gli stessi problemi guidiziari se fosse nato oltre-Manica....... Io certo non mi posso definire ne' un ammiratore, ne' un "morrisonologo"... semplicemente, una mattina mi sono alza- to e... anziche' bere una birra (... preciso che sono ASTEMIO e non bevo alcolici...) o "spararmi" un acido, non ho fatto altro che sorseggiare un innocuo caffe', quando... una "lucina" si e' accesa dentro la mia testa sillabando il nome JIM MORRISON; il resto e' venu- to da se. Per comprendere sino in fondo il valore del "concetto rivoluzionario" di Jim Morrison occorre re-immergersi nel cuore degli anni '60, e precisamente ritornare all'estate del 1965, quando Jim, allora studente all'UCLA di LOS ANGELES, incontro' nella spiaggia di Venice Beach, Ray Manzarek, suo futuro compagno ed epicentro creati- vo dei Doors. Fu amore "a prima vista". Il magnetismo di Morrison catturo' Manzarek e si sarebbe trattato dell'ini- zio di una leggendaria collaborazione. Sebbene l'America era gia' stata terribil- mente scossa nel 1956 dal carisma e dalla ribellione di Elvis Presley (il primo "guasta- tore" della musica popolare del Novecento), tuttavia i giovani e sprovveduti ameri- cani si trovavano ancora costretti a sopportare uno spirito con- servatore eccessivo ed un puritanesimo ingombrante quanto portavoce di "steri- lita' del libero pensiero". Morrison ebbe il preciso merito di frapporsi, in un momento di cruciale importanza e di grande drammaticita', in mezzo a questo Sistema "malato" di bigotti- smo ed inneggiante al piu' sfrenato consumismo. Non solo: l'elemento che piu' di ogni altro distinse il supremo, destabilizzante atto di anti-conformismo morrisoniano da tutti gli altri "prote- stanti" suoi contemporanei, fu determinato dal fatto che lui provenisse da una famiglia non certo povera: Jim era figlio di un ammiraglio, il che, nell'America di allora, aveva signifi- cato di "profondo conservatorismo". Il futuro "RE LUCERTOLA" non si sarebbe certamente tramutato nella stessa ribelle, scomoda icona della contro-cultura americana se fosse stato allevato ed educato da una classe operaia, e quindi abituato a lottare sin dai tempi dell'in- fanzia. Si puo' tranquillamente avanzare che la genesi del VERO anticonformismo sorga proprio (e soprattutto) dalle comodita' e dalle ricchezze di una famiglia fin troppo benestante perche' si creino crisi inter-familiari o gravi mancanze finanziarie. Morrison non aveva mai accettato questa "concezione di vita "edonistica" e spensierata" (e sorretta dal classico "sogno americano"), e ben presto si accorse di dover a tutti i costi manifestare a qualcuno, in un qualche determinato momento ed in quale posto con pre- cisione nessuno, allora, lo avrebbe saputo, il suo sfrenato desiderio di liberta' ed anarchia, principi da contrapporre agli obsoleti dogmi della Societa' contemporanea di allora, una Societa' idealmente rappresentata dalla famiglia medio-alto borghese in cui Jim era cresciuto. Morrison non apparteneva certo a quella schiera di artisti ribelli come Chuck Berry, John Lennon o Bob Dylan, figli del loro tempo cosi' come delle sue frustrazioni, dalle quali sarebbe derivato un irrinunciabile quanto spasmodico e radi- cale cambio di direzione; non si senti' mai costretto ad imbracciare una chitarra ne' ad esibirsi con complessini "yeh-yeh". Il suo sarebbe divenuto un estremo, incontrollato, "absolutely-free" pensiero di rivolta che, partito dal "cuore" di un'e- sistenza priva di drammi inter-famigliari e/o incomprensioni di ordine caratteria- le, sarebbe giunto sino in fondo alla coscienza della gente comune, ribaltan- done opinioni e concetti legati alla vita, e capovolgendo con invidiabile, inusuale autoritarieta', quello stesso Sistema che lo aveva prima visto nascere e poi accudito. Morrison si sarebbe trasformato in un'icona trans-genera- zinale, una mente dalla grave complessi- ta capace di riscrivere, ma totalmente a suo modo, le regole del suo tempo: "NON-regole" che sarebbero state prese a divino esempio di anti-conformismo e folle (necessaria per l'imposizione dei valori per i quali i giovani dei tardi anni '60 si battevano nelle piazze delle grandi citta') rivolta da parte di milioni di contestatori stanchi di vivere in un paese dove era pressoche' proibita la liberta' di esprimere proprie sensazioni e propri pensieri. Il RE LUCERTOLA avrebbe funto da "capro espiatorio" e si sarebbe atti- rato, come una calamita dalle bibliche proporzioni, tutta l'ira, tutto il dissenso di un'America che non poteva certo tollerare, visti i "principi" sui quali era stata fondata, un simile, depravato fautore di lascivo atteggia- mento e scandalosi versi... Jim Morrison fu, a mio parere, il pro- totipo di "artista maledetto" pronto al sacrificio supremo, in nome di una liberta' eterna ed impossibile da conquistare in vita; un artista che non avrebbe accettato ALCUN tipo di compro- messo (essendo lui stesso IL compromesso), professando massime quali "meglio una fine disperata che una disperazione senza fine..." che e' assai indicativo sul concetto morrisoniano di "esistenza". Jim era affascinato dalla morte in quanto entita' astratta, impenetrabile, oscura e misteriosa, non intesa come mera fine, ma bensi' come un "nuovo inizio" dal quale poter gettare le basi per un "nuovo modo di vivere e vagare libero sul sentiero dell'immortalita'". Concetti estremi perche' potessero essere "decifrati" compiutamente dai mass-mediologi dell'epoca. L'America, da sempre paese scisso da ingovernabili contraddizioni, la maggiorparte delle quali assurde ed incomprensibili per il popolo del Vecchio Continente, avrebbe condannato selvaggia- mente gli slanci rivoluzionari del RE LUCER- TOLA. Di fronte credettero di trovarsi un uomo dalla fede smarrita per sempre ed ora tramutatosi in ambasciatore dell'Oscurita' e dell'igno- to, profanatore del "sogno americano" e divulgatore di assai espliciti atti di erotismo e di perversione edipica fino ad allora del tutto inesplorati e mai resi pubblici con tale, spiazzante crudezza ed ardore lirico. L'eresia come diabolica forma d'arte onde instaurare nuovi principi di anarchia da parte di un giovanissimo popolo depresso, oppresso dall'ottusa civilta' e lascivo benessere americano. Un eretico pronto al sacrificio supremo, un dannato ora stretto nella morsa della sua piu' "cara" ossessione: una morte precoce, immatura, avvolta nelle tenebre di una notte girovaga non ancora del tutto chiarita, a piu' di trent'anni dall'accaduto. Si badi bene: la mia intenzione non e' certo quella di "demonizzare" o saturare ulterior- mente un concetto che oltre trent'anni fa faceva discutere animatamente, e che ora fa solamente sorridere... specie se vi sono autentici buffoni all'interno del bizzarro Show Business musicale quali il roboante, inflazionatissimo e scandaloso (??...)MARYLYN MANSON: in realta' quest'uomo non ha fatto altro che reiterare alcuni cliche' di certo rock satanico del passato, pescando un po' da Ozzy Osbourne, un altro po' da IGGY POP, portando a termine il suo "progetto" citando (implicitamente) il BLACK ROCK teatrale di ALICE COOPER. ...non molto originale, devo supporre... L'unica, sostanziale differenza, e' che oggi si compie questo atto di pseudo- rivoluzione solo per scopi di lucro commerciale (o mero spettacolo macabro-edonistico fine a se stesso), mentre nel caso di Jim Morrison, la rivolta e le conseguenti, spregiudicate e provocatoriamente teatrali esibizioni (ai limiti del lascivo e dell'erotismo piu' esplicito immaginabile) erano dettate da una frenetica, "febbricitante" necessita' o da una primitiva urgenza nel volerle riversare su di un pubblico troppo ingenuo, disorientato e sprovveduto per comprendere quale fosse la via da seguire. Il successo e le case discografiche negli anni '60 non contavano nulla sulla coscienza di Morrison, a lui interessava imporre le proprie ultra-anarchiche vedute, a costo di finire in galera, a costo di rimanere ucciso dallo stesso establishment a cui lui aveva dichiarato eterna guerra, attraverso le ipnotiche, peccaminose e "ombrose" musiche dei Doors ed ai suoi corrosivi, sensazional- mente scabrosi testi. Un autentico fuorilegge, in un'era, quella dei tardi anni '60, considerata come sorta di far-west dove sulle porte dei "saloon" era appiccicato il ritratto del bandito ricercato: "WANTED, dead or alive, possibilmente vivo", puo' darsi fosse questo l'imperativo indetto dal Governo Americano contro un uomo pericoloso, TROPPO pericoloso, affinche' la credibilita' di quel popolo non venisse offesa ne' messa alla berlina da un pazzo con in mano una semplice asta da microfono agitata in modo disconnesso e minaccioso. "MORRISON IL BANDITO.... CATTURA- TELO!" Ma prima che venisse definitivamente ingabbiato dai gendarmi americani, Jim provvide per conto suo ad imboc- una via a senso unico, tra perdizione e presagi oscuri e "maledetti",destinato ad un infausta quanto inevitabilmente inconvertibile, profetizzata auto-distruzione, come se si fosse costretti, sia per destino che per volonta', a rispettare solennemente un copione cinematografico scritto da Morrison stesso...: una morte giovane per un mito eterno. Il mito di un uomo che non "sarebbe uscito vivo di qui".

 

ALAN "FIVE-TO-ONE" TASSELLI

 

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