26-07-2002
Posso
capire siano passati trent'anni e che dopo il loro scioglimento si siano
succeduti centinaia di generi e sotto-generi (la maggiorparte dei quali del
tutto obliabili). Posso anche comprendere lo scetticismo di certi appassionati
di musica odierni che si sentono troppo lontani dal magico decennio per
antonomasia, gli anni '60. Ma non posso nella maniera piu' asso- luta accettare
il fatto che ci siano voluti trent'anni per voler denigrare gli ex-quattro
Baronetti da Liverpool, quando il loro (inarrivabile e distinguibilissimo)
"operato" veniva considerato, allora, legittimo patrimonio musicale di
tutto il Pianeta Terra, considerando (e questo non va sottovalutato) che ANCHE
musicisti di estrazione jazz o classica decantavano a piene lodi la loro immensa
bravura come interpreti e, soprattutto, come "song-writers". Mai nella
ultra-quarantennale e com- plessa Storia del Rock un complesso aveva raccolto
cosi' unanimi consensi, tanto da far considerare il superlativo come un cliche'
pienamente acquisito ogni qualvolta ci s'imbatteva nei FAB FOUR. E mai un combo
di artisti aveva "sollevato" il Grande Gioco (inteso come
show-business musicale) in maniera cosi' eclatante, determinante ed auto-
ritaria. Eppure c'e' ancora qualcuno, oggi, che ha il coraggio, la spudoratezza
(e penso termini migliori non potrebbero essere usati, in delicati, drammatici
frangenti come questo) di "sputare" veleno su questo complesso
fondamentale per l'evoluzione della moderna musica Pop. Ovvero: possibile che
per quaranta anni siamo stati tutti cosi' malaugu- ratamente malaccorti, cosi'
ignobil- mente e svergognatamente impreparati...? Possibile per tutto questo
lasso di tempo si sia prodotta un'infinita se- quela di imbecilli ed incapaci,
asso- lutamente fuorviati, INGANNATI dall'opi- nione pubblica?... Devo essere
sincero (e come non potrei?): ho letto, analizzato e com- mentato parecchio
materiale dedicato ai Beatles, ma, e scusate le mie mas- sicce dosi di
ingenuita' (un'ingenuita' plateale...!), non avrei mai potuto pensare, un
giorno, di imbattermi in qualcuno che fosse in grado con grande, scriteriata
spontaneita', di stroncare, "abbattere" il "MONUMENTO-BEATLES".
La mia reazione e' stata la seguente: "Ecco - mi son detto - non poteva
man- care che questa... Ora anche gli immor- tali, imbattibili e geniali Beatles
hanno la loro folta schiera di detrat- tori..." E che detrattori!!! -
ribadi- sce il sottoscritto... - Tra i peggiori che si possono avere o
desiderare...! Probabilmente le pochissime, uniche VERE ed accertate certezze
che avevamo, col passare degli anni, sono destinate a sgretolarsi.
Impietosamente. E fra il ristretto annovero di queste presun- te
"certezze" risiedevano, oramai si puo' dire "un tempo", I
divini Beatles. Laconicamente il mio appunto non tarda a venire... Perfino lo
sbarco sulla Luna di Armstrong e soci e' stato mes- so gravemente in discussione
qualche anno fa, grazie ad uno sconcertante libro- scandalo ill quale avrebbe
narrato di come quella storica impresa in realta' si sarebbe trattato solamente
di una colossale messin- scena architettata da quei gran mattacchioni degli
americani.......... Chissa'... magari ci troveremo a discu- tere, fra altri
trent'anni, di come sia stato possibile credere che i Beatles abbiano cambiato
il corso della musica popolare... di come John Lennon fosse un deficiente
anziche' un geniale ed innovativo, impareggiabile scrittore di melodie immortali
.... o di come Paul McCartney sia DAVVERO morto, in un qualche sperduto giorno
dei tardi sixties... Oppure: era GEORGE HARRISON, il "quiet beatle"
per antonomasia, il VERO GENIO del gruppo di Liverpool... Ehi, badate bene,
gente: io non sto affatto scherzando! - se e' vero che e' stato dato il via,
qualche tempo fa, ad un'autentica opera di svalutazione dei "mop-tops",
non stupitevi, anzi, aspettavi questo e molto, MOLTO di piu' ...... nei prossimi
anni a venire... Cominciate a tremare... sin da ora...
Facciamo un doveroso salto indietro, ora. Cerchero' di spiegarvi IO, a
vele spiegate (e con VOCE spiegata) il per- che' dell'importanza storica dei
quat- tro baronetti. Giusto... qualche considerazione....
(state incollati alla vostre poltrone...) "...it's
getting very near the show..." Primo
appunto (my personal "opener"): nel 1963 il mercato musicale era sotto
il rigido controllo degli americani, da sempre inimitabili manipolatori di
qualsiasi arte con la quale loro entrino in contatto; l'America stessa aveva
dato il via al primo grande boom del rock'n'roll ed ebbe in Elvis "The
Pelvis" Presley, il primo riconosciuto "guastatore" della musica
popolare del ventesimo secolo. per circa tre anni fu lui l'incontra- stato idolo
dei teenagers di tutto il mondo ed in seguito egli avrebbe in- fluenzato,
letteralmente, decine e decine di artisti, primo fra i quali un ancora
giovanissimo (siamo nel 1956) John Winston Lennon. Ma la successiva chiamata
alle armi di Presley, seguita dall'arresto di Chuch Berry (altro grande
innovatore del primissimo rock) e di Jerry Lee Lewis, "accompagnati"
dalla morti precoci (per incidente aereo nel feb- braio del '59) di Buddy Holly
e Ritchie Valens, avrebbero sancito, ed in maniera brusca e drammatica, la
"morte" del rock'n'roll. Si affacciano timidamente gli anni '60, ed il
rock'n'roll perde gradatamente quella genuina, irresistibile carica
rivoluzionaria che lo aveva contraddi- stino e per la quale passo' alla storia,
non solo musicalmente parlando ma anche per cio' che concernette il costume e le
abitudini sociali dell'epoca. Nei primissimi anni '60 la scena musi- cale
britannica non e' molto dissimile, da quella d'oltre-oceano, anzi: il genere
dominante e' lo "skiffle" un originale quanto strambo connubio di
musica country, folk e pop, reso ancora piu' particolare dal fatto che come
strumenti venivano adoperati un asse di legno, "scortata" da una
semplice chitarra: decisamente rudimentale ma affascinante. Si tratto' poco piu'
di una moda passeggera. La vera rivoluzione si sarebbe dovuta attendere ancora
per un paio di anni. E venne il fatidico 1963. Irrompono, fragorosamente sulla
scena britannica, i Beatles, un semi-scono- sciuto gruppo proveniente da
Liverpool, citta' resa famosa fino a quel momento solo dal proprio porto (uno
dei piu' importanti del Regno Unito) e da qualche comico di successo.
L'importanza assoluta dei Beatles fu quella di scatenare la SECONDA GRANDE
RIVOLUZIONE DEL ROCK, la piu' eccitante, la piu' importante e la piu' significa-
tiva, avvenuta in un contesto storico- sociale cruciale e molto incerto: il
mondo era stato appena privato di uno dei suoi leader piu' autoritari e
carismatici: il 22 Novembre del 1963 venne infatti assassinato, a Dallas, il
presidente degli Stati Uniti, l'ama- tissimo (ed altrettanto discusso) John
Fitzgerald Kennedy. Il Boom della Beatlemania passera' anche agli annali per il
ruolo di rilevanza sociale che investira' per sempre i "quattro
scarafaggi": gli adolescenti stavano vivendo un periodo di transizione ed
avevano costantemente bisogno di certezze. Una di queste venne grazie alla
comparsa ed all'im- provviso successo dei Beatles. Inoltre: furono il PRIMO
gruppo britan- nico ad essersi imposto nell'allora osticissima Londra, la
capitale; dopo di che furono I PRIMI IN ASSOLUTO a sfondare le (apparentemente
insormon- tabili) dighe del Mercato Americano, dando il via alla famigeratissima
"BRITISH INVASION". E' il 1964, quando i fab-four sbarcano, allibiti,
all' aeroporto JFK di New York, letteral- mente invaso da migliaia di fans in
delirio. Ancora: John Lennon e Paul McCartney furono tra i primissimi
compositori a scrivere materiale PROPRIO, in un'epo- ca chiaramente
caratterizzata da covers, cioe' brani di altri interpretati da altri. Furono,
ovviamente, I PRINCIPALI ESPO- NENTI DEL BEAT BRITANNICO, e grazie a loro molti
gruppi loro antichi rivali poterono altrettanto beneficiare, dopo il
boom-Beatles, di contratti e tournee's al di fuori della loro citta' o paese.
Frantumate le dighe (che voleva soprat- tutto dire: PREGIUDIZIO, colossale pre-
giudizio) americane, s'imposero succes- sivamente i seguenti gruppi: ROLLING
STONES, WHO, KINKS, ANIMALS e tanti altri futuri mostri sacri del Rock. Mica
poco, vi pare?... E non ho finito. A tutt'oggi i nostri amati "divini"
detengono ancora un primato a dir poco invidiabile: 5 hits ai primi 5 posti
delle classifiche Billboard americane, sempre in quell'incredibile 1964: un
record imbattuto! Alcune innovazioni tecniche: con "I FEEL FINE" vi fu
l'introduzione del FEEDBACK in un brano rock mentre "EIGHT DAYS A WEEK",
se non erro, dovrebbe trattarsi della prima traccia che ha inizio con l'uso del
FADE (a crescere pero', anziche' a scendere); in NORWEGIAN WOOD (ma questo
aneddoto e' conosciuto praticamente da tutti i veri fans di musica) appare per
la primissima volta uno strumento esotico, il SITAR (ad opera di GEORGE HARRISON
gia' a quel tempo, era il 1965, e la canzone era contenuta in RUBBER SOUL,
grande discepolo del guru indiano RAVI SHANKAR); o le prime chitarre al
contrario (presenti in quello che da molti e' considerato il loro album piu'
rappresentativo, REVOLVER). Per non citare il non-plus-ultra del perfezionismo:
SGT. PEPPER... Ah, dimenticavo: I Beatles sono stati anche i primi ad introdurre
strumenti classici all'interno dei propri brani. A tal proposito, un'annotazione
a parte merita il geniale GEORGE MARTIN, il produttore e principale
arrangiatore, onde "risarcire" una storica figura responsabile in
prima persona dell' evoluzione musicale e compositiva dei Beatles, : senza di
lui, difficilmente le loro "folli" idee sarebbero potute essere
tradotte in realta', valga per tutti l'esempio di STRAWBERRY FIELDS FOREVER. In
quell'occasione un insoddisfatto John Lennon si preci- pito' da Martin in quanto
aveva compo- sto ben due versioni del celebre pezzo, ma non era assolutamente
intenzionato a sbarazzarsi di alcuna delle due...in pratica obbligo' il
produttore a com- piere un mezzo miracolo, cercando di far legare le due parti:
il problema risiedeva nel fatto che una delle due versioni era un semi-tono piu'
alta dell'altra ed in piu' erano state registrate con velocita' diffe- renti. Il
colpo di genio di Martin fu quello di aver saputo coniugare le due parti di
STRAWBERRY FIELDS" variando la velocita' di una equiparandola all'altra. Ed
il gioco fu fatto!... E come dimenticarsi del piano accelerato (tanto da farlo
sembrare un clavicembalo) in FOR NO ONE e dell'assolo in tromba acuta (a me
tanto caro...!!!) contenuto nella sezione centrale di PENNY LANE... Sublime...!
Nessuna band ha segnato gli anni '60 come i Beatles e nessuna band e' stata mai
capace, prima, durante e dopo di emulare le loro gesta artistiche e compositive,
in un crescendo evolutivo senza precedenti nella Storia del Rock. E se non vi e'
bastato quello che vi ho appena proposto io, con grande amore e dedizione verso
i quattro scara- faggi, beh... andate a cercare voi qualche documento utile sui
FAB FOUR, in modo da rendervi conto di quanto possa essere allucinante il solo
pen- siero di vedere questa band dipinta in modo indecoroso... Allora... siete
con me o no?... Fate...."sollevare" la vostra voce... se avete
fiato....!
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