04-08-2002
THE MAGICAL MYSTERY TOUR
Primi
segni di decadenza ed accenni di anarchia all'interno del gruppo
La
Grande Scissione ha avuto appena inizio
Il
1967 non verra' ricordato solamente per la Banda del Sergente Pepe (il cui album
porto' ad una seconda grande rivoluzione
in ambito POP nel corso degli anni
'60) ma anche per i primi, tra- gici segni di sbandamento all'interno
dei Beatles. Il loro lento processo di autodistru- zione era per la
verita' gia' in atto e fu la morte del loro storico manager Brian Epstein ad
"inaugurare" la lenta discesa verso gli abissi dei FAB FOUR. Il
decesso di Epstein, dovuto con ogni probabilita' ad una overdose di barbi-
turici ed antidepressivi, colse di sorpresa i quattro baronetti, allora
impegnati nel primo grande raduno in- diano, alla corte del Guru Maharishi Yogi.
Epstein era da tempo colto da profonde crisi depressive ed il suo status di
omosessuale certo non gli rendeva l'esistenza piu' accomodante. Il 1967
significo' anche il profondo distacco di John, Paul, George e Ringo dal
management, per conseguenza diretta della loro (inaudita per i tempi) deci-
sione di non fare piu' tours, e cio' avrebbe comportato l'inutilita' di Epstein
in qualita' di manager/protettore/oraganizzatore. I Beatles
si dimostravano sempre piu' interessati ad una at- tivita' di ricerca e
pedissequa sperimentazione
all'interno di ABBEY ROAD, i loro
leggendari studi di registrazione; l'anno del Sergente Pepe avrebbe, in un
processo-logico-creativo-musicale senza precedenti,rappresentato il definitivo
trionfo delle loro elaborate,
avanguardiste ricerche. Non vi era
esperimento che i quattro non volessero portare a compimento, in modo che
risultasse palpabile e "reale", per poi passare all'"esplo-
razione" successiva, il che rendeva il loro operato ad Abbey Road estremamente intrigante ed ecci- tante,
e divennero, col passare del tempo, essi stessi sinonimo di "innova- zione"
a largo respiro. Ovviamente, questa
sbalorditiva ascesa creativa tese ad allontanare sempre piu' Brian dagli altri
del gruppo (i quali non sembrarono mai farsene un problema, anzi!) ed il
prestigioso ruolo di "quinto Beatle"
venne rilevato dal produttore ed arrangiatore George Martin, quanto mai
determinante in questa nevralgica fase evolutiva dei Beatles. Con il clamoroso
successo (sia di criti- ca che di pubblico) di SGT. PEPPER, ignaramente venne
toccato un punto di non-ritorno: fu in quel preciso istante, il 1° Giugno 1967,
che i FAB- FOUR cominciarono a credersi sempre piu' infallibili ed assolutamente
non capaci di commettere
errori...."umani". Un atteg- giamento di supponenza e di grande,
ingom- brante arroganza che venne egregiamente
riflesso nel secondo grande progetto di quel 1967: il
"MAGICAL MYSTERY TOUR". L'idea era stata concepita da Paul
McCartney e prevedeva il viaggio all'in- terno di un autobus dai tratti
psichede- lici avente, come equipaggio, una troupe di giocolieri, mangiafuochi,
attori semi-sconosciuti, cabarettisti, comici ed altri fenomeni da baraccone.
Questo strambo quanto inedito pandemonio di eccentrici personaggi sarebbe
dovuto essere filmato e poi trasformato in un film da un'ora per la BBC
britannica, per l'imminente stagione natalizia. Lo spunto era indubbiamente
originale ed accattivante, ma grazie al "principio di infallibilita'"
o di presunta "mar- zianita'" dei Nostri, tale prodotto
cinematografico si rivelo' un colossale fiasco, un autentico scempio in cellu-
loide che dimostro' al mondo intero di quanto fossero abissali le loro lacune in
campo cinematografico, sia nelle (improbabili) vesti di produttori che
in quelle di registi. MAGICAL MYSTERY TOUR e' anche, a suo modo, un
esempio da manuale dimostrativo di come un buon soggetto, per quanto inventivo e
stimolante che esso sia, non sempre puo' comportare la realizzazione di un
ottimo prodotto cinematografico,
specie se diretto da menti "estranee" al concetto di cinema. Per la
cronaca, la pellicola venne pro- iettata in prima visione a Londra, con esiti a
dir poco disastrosi....! MAGICAL MYSTERY TOUR infatti si rivelo' per quello che
era: un'opera NON-opera senza una precisa identita' e, soprat- tutto, senza un
comune denominatore che facesse da collante alle trovate, assai discutibili e
"macchiate" di disgustoso, indigeribile kitsch, dei quattro improv-
visati registi. Un trionfo di arroganza e di pretenziosita', con scene senza
alcun mordente, la maggiorparte delle quali fine a se stesse. Solo la colonna
sonora si salvo' da questo orrorifico pantano di idee mal composte (e mal
presentate): da I AM THE WALRUS a HELLO GOODBYE, e' sempre l'arte musica- le dei
Beatles a primeggiare e ad erigersi a vera, incontestabile attrazione del film. Attrazione
che, per certo, non fu capace di risollevare le
sorti di un prodotto fiacco, molle ed alquanto
noioso. Ecco... e' proprio la NOIA il collante,
il comune denominatore di cui accennavo
soprastantemente. Un'indicibile noia. Signori e Signore, vi e' stata
appena annunciata la lenta, inesorabile caduta del mito Beatles. Dopo il
"fattaccio" di MYSTERY TOUR, onde riprendersi dalla loro piu' grande
disfatta (quasi una sorta di WATERLOO del mondo beatlesiano), i Nostri rispon-
deranno nella migliore maniera possibi- le: con la musica. Se il 1967 fu
l'"anno del colore" e di SGT. PEPPER, con tutte le sue contor- te,
ancestrali bizzarrie, il 1968 avreb- be significato per FAB FOUR il ritorno alla
semplicita', a quel rock'n'roll primordiale quanto trascinante degli esordi, un
rock'n'roll, in questo fran- gente, adattato ai climi cataclismici e follemente
anarchici del '68. A brand new day per i Beatles era alle porte, e la
successiva, storica coper- tina completamente bianca annuncera' l'inizio di un
"nuovo corso" (in perfetta antitesi con i colori, a volte eccessivi e
dotati di una magniloquenza assai imponente, alla lunga stancante e nauseante)
di SGT. PEPPER), sebbene, come
entita' musicale, essi avrebbero
vissuto si e no ancora un annetto. Le conflittuali tensioni ed un forte senso di
acrimonia avrebbero, nel giro di pochi mesi, letteralmente ridotto in poltiglia
il progetto-Beatles, dopo- diche niente fu come prima (sia per i superstiti che
per la musica-POP in generale). Da questo principio di anarchia di gruppo,
"sorge" il WHITE ALBUM, opera disparata e segnata da un multi-eclet-
tismo in netto anticipo sui tempi; THE BEATLES traccia ed in maniera
pressoche' definitiva la base per le
future carriere solistiche dei Nostri,
ma esso sara' anche vivace testimonian- za di genio artistico e di
esplorazione a 360°, rispettando solennemente un concetto di scomposizione e
ricomposi- zione di musiche e generi, che ebbero in Lennon e McCartney i due
indiscussi prim'attori. Ma di questo, dibatteremo a partire dal prossimo
capitolo dedicato ai FAB FOUR.
ALAN
"J-K-68" TASSELLI
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