03-08-2002
"Il
Grande Lato Oscuro Del Rock"
Il
Rock e' sempre stato pervaso da
un
fascino di chiaro stampo gotico,
ancestrale,
fedelmente ricongiungibile
a
principi cabalistici, intento maniacalmente
a
perseguire maca-
bri,
apparentemente disconnessi traccia-
ti,
durante i quali i nostri "immortali
Semi-Dei
del Rock'n'roll" un giorno
avrebbero
perso, e
per
sempre, il senso di marcia, per
essere,
in seguito,
inghiottiti
da un diabolico, inconver-
tibile
destino.
Cominciamo
dall'ipotetico antefatto:
il
folle, scellerato e grandguignolesco
omicidio
operato ai danni di SHARON TATE.
La
storia sulla moglie di Roman Polan-
sky
sconvolse,destabilizzo', in quell'estate 1969
il
mondo intero,
ed
avrebbe mostrato tutti i limiti
e
le contraddizioni di una nazione,
quella
americana, in eterna oscillazione
tra
grandi credenti e malefici invocato-
ri
del Male piu' estremo.
L'omicidio
incorso a Sharon Tate rappre-
sento'
uno spaccato di rara follia schizophrenica, ad
opera
di un adepto a sette sataniche:
quel
CHARLES MANSON che, traendo ispi-
razione
da HELTER SKELTER, si presento'
appoggiato
e sostenuto dai suoi folli
sudditi,
in casa Polansky
onde
compiere una strage degna del miglior
Hitler.
Venne
uccisa, come tutti sanno,
la
bellissima moglie di Polan-
sky,
SHARON TATE, bionda dalla eterea
bellezza,
straordinariamente attraente
e
dotata di sensuale magnetismo, una
vera
felina in carne umana. Ma forse
era
troppo bella per i gusti di Manson,
e
cosi' decise di farla fuori.
L'aneddoto
che sempre
ha
pervaso di macabro fascino questo
triste,
oscuro episodio fu una dichia-
razione
dello stesso Manson, il quale
esplicitamente
affermo' di essere stato
spinto
all'omicidio dai "presunti" messaggi
contenuti
all'interno del celebre pezzo
rock HELTER SKELTER, scritto da Mc
CARTNEY
e presente nel bellissimo
WHITE
ALBUM dei FAB FOUR, uscito il
22
Novembre 1968.
Naturalmente
non
c'era alcun messaggio demoniaco
"criptato";
si tratto', semplicemente,
della
distorta, contorta fantasia di
Charles
Manson a far si' che egli
credesse
che
"dietro"
il solco di HELTER SKELTER
si
celasse una richiesta di omicidio.
Di
certo McCartney deve essere uscito
sconvolto
da un tale accaduto, ed anco-
ra
oggi probabilmente si chiedera'
da
dove proveniva tutto quel "potere
occulto"
che certe canzoni dei Beatles
(si
dice) erano in grado di emanare......
Siamo
alle solite....... Ogni tanto
spunta
fuori la leggenda secondo la
quale,
girando al contrario
determinati
dischi di vecchio rock'n'roll,
ci
vengano rivelate, tramite i solchi presenti
all'interno
del vinile, frasi demoniache alle
quali
non si puo' davvero resistere, quasi si
trattasse
di
una "chiamata alle armi" alla quale
non
si puo' certo oppore il proprio
diniego.
Qualcuno,
tanto per narrare un esempio,
ha
narrato di come, facendo girare
al
contrario il solco di BOHEMIAN
RHAPSODY
dei Queen, vi siano contenuti
espliciti
riferimenti al Demonio......
O
di come in altri brani dei Beatles,
se
suonati al contrario, saltino fuori
periodi
e allusioni votati al Satanismo....
(esemplare
la registrazione
della
voce al contrario da parte di
John
Lennon presente alla fine di
BLACKBIRD,
scritta da McCartney sempre
per
il WHITE ALBUM). Per non parlare poi
dei
Led Zeppelin. A tutti e' nota la
frequentazione
di Jimmy Page nella
famigerata,
tenebrosa residenza che fu
del
celeberrimo satanista
ALEICESTER
CROWLEY, vissuto tra il
tardo
Ottocento ed la prima meta' del Nove-
cento,
riconosciuto a livello mondiale
come
un "artista del Maleficio",
pedissequamente
votato alla divinizzazione
del
Male Supremo nel "sacro" nome ed
assoluto
rispetto di Satana. A tal proposito
lo
stesso Page avrebbe affermato, anni
piu'
tardi, di come si fosse trovato in
situazioni
a dir poco sconcertanti,
accennando
a "visioni" che non si e'
mai
azzardato a raccontare in pubblico
e
delle quali probabilmente ancora
oggi,
al solo pensiero, non puo' dire
essi
rappresentino ricordi memorabili...
Leggende.
Leggende metropolitante che
non
sembrano avere altro che il compito
di
provocare una malata curiosita' all'
interno
di menti troppo ingenue e spaesate
per
comprendere di come
tutto
cio' sia una colossale truffa
in
favore del mercato musicale, un
mercato
sempre piu' cinico e dominato
da
autentici incompetenti.
Per
chiunque sia interessato alla sola
visione
dell'angelico viso di Sharon
Tate,
non deve far altro che precipitar-
si
nella prima videoteca del proprio
paese,
onde noleggiare un vecchio suc-
cesso
di Roman Polansky, nel quale
la
protagonista era proprio l'angelica
Sharon:
mi riferisco a "PER FAVORE NON
MORDERMI
SUL COLLO", un horror semi-
demenziale
del 1967, considerato uno
dei
capisaldi della produzione "polans-
kyana".
Ma
il Rock non e' stato solo teatro
di
macabri omicidi o di sconvolgenti,
raccappriccianti
atti di suicidio.
Rock
vuol dire anche "artista maledetto"
e
miglior appellativo non risulterebbe
migliore
per colui che ancora
oggi,
a 31 anni dalla misteriosissima
morte,
le cui circostanze non furono
mai
del tutto chiarite, sa ancora
"regalarci"
un infinito, sensuale e
occulto fascino: JAMES DOUGLAS MORRISON,
in
arte JIM MORRISON. Un poeta, prima
che
cantante e Grande Trasgressore
della
musica popolare del ventesimo
secolo,
che ha saputo riunire, in un u-
nico
corpo, in un'unica anima, i tas-
selli
di un mosaico non ancora completo,
probabilmente
destinato a rimanere
incompleto
per l'eternita'. Il mito
si
confonde con la vita e la vita si
confonde
con il mito. IL fisico equi-
vale
a metafisico, ed e' apparentemente
impossibile
ed assai improbabile trac-
ciare
una linea logica che possa sepa-
rare
questi due mondi cosi' lontani
ma,
nel caso di Morrison, drammaticamen-
te,
morbosamente vicini. Troppo vicini.
Morrison
ossessionato dalla figura
di
capo indiano morente a cui assistet-
te
alla tenera eta' di 5 anni, mentre
era
in viaggio con i suoi genitori,
un'immagine
che sempre gli rimase im-
pressa,
anche nel proseguio della sua
adoloscenza,
macabra visione che si
impradonira'
del suo complesso e contor-
to
ego, per non abbandonarlo mai piu'.
Jim
Morrison, il grande "poeta maledet-
to
del Rock", un uomo, un'entita sempre
in
bilico tra vita e morte, quella Morte
con
la quale ebbe sempre un rapporto
speciale,
una "relazione morbosa"
scavata
nei profondi impenetrabili mean-
dri
di una psiche funestamente votata
alla
celebrazione del Dio-Dionisio,
trasposizione
della sua innata, tetra
teatralita',
quasi si trattasse di
un'iniziazione,
alla quale invitava
tutto
il suo pubblico, affinche' i
suoi
futuri sudditi potessero condivi-
dere
con lui pace, fama, sesso, lussu-
ria
e poi la Divina Dea: la Morte.
La
cosiddetta "maledizione del J-27",
ovvero
dei grandi martiri sacrificati
nel
segno del Rock'n'Roll e delle sue
spietate
regole di sopravvivenza (e
conseguente
principio di immortalita'
artistica):
Brian
Jones, il primo, il precursore
delle
future morti che avrebbero segnato
la
fine del Primo Movimento della Musica
POP,
deceduto il 3 Luglio 1969,
annegato
nella sua piscina, nella
sua
dimora estiva del SUSSEX inglese; Jimi Hendrix,
soffocato
dal suo stesso vomito il 28
Settembre
1970. Segui', a pochi giorni
di
distanza, Janis Joplin, La Grande
Signora
del Blues, ancora oggi conside-
rata
la piu' grande interprete rock-
blues
della storia.
E
poi lui, il catalizzatore, l'epicentro
sul
quale il grande fuoco della morte
maledetta
e' dispiegato: JIM MORRISON,
morto
per infarto nella sua vasca da
bagno,
in un mai del tutto chiarito
3
LUGLIO 1971.
(evidentemente
l'acqua e' un potenziale
comune
denominatore per le morti da
Rockstar,
si pensi a JEFF BUCKLEY,
annegato
nel 1994...).
E
come si sarebbe verificato per quel
nefando 3 Febbraio 1959, "the day
the music die", quando Ritchie Valens
e
Buddy Holly, insieme al cantante
Big
"Bop" Bopper perirono nell'incidente
aereo
piu' famoso della storia del rock,
i
"Nostri cari deceduti" sarebbero stati
eretti
a Dei Immortali da venerare per
l'eternita',
quasi ricalcando fedelmente
lo
stile di adorazione tipico degli
egiziani
dell'antichita'. Imbalsamati,
ma
nei nostri pensieri, e sempre presen-
ti
nelle nostre menti, o, per
maledizione,
costretti a vagare
per
l'eternita' nella "Terra di Nessuno"
o...
se preferite, all'Inferno.
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