10-09-2003
‘L'ESORCISTA’ secondo Alan J-K-68 Tasselli
Sono
passati 30 anni da quando il termine "possessione demoniaca" entro'
prepotentemente
nelle coscienze di milioni di telespettatori sparsi in tutto il
globo
terrestre. Mai prima di allora il "culto di Satana" nonche' le
relative
metafore
sul male piu' estremo immaginabile erano stati trattati in maniera
cosi'
scioccante, inusitamente violenta.
E'
il 26 Dicembre 1973, giorno di Santo Stefano: viene proiettata per la prima
volta
sui grandi schermi una terrificante, agghiacciante pellicola su di uno
(scottante,
assai per l'epoca) tema all'interno del quale nessuno si era mai
praticamente
imbattuto. Prima dell'ESORCISTA (regia di William Friedkin, gia'
Oscar
per il capolavoro poliziesco da lui diretto due anni prima, IL BRACCIO
VIOLENTO
DELLA LEGGE, protagonista un debordante Gene Hackman) la figura di
Satana
aveva ricevuto scarne, blande rivisitazioni; semmai la sua tetra,
inquietante
presenza si poteva palpare, percepire sotto le sembianze di "mostri"
passati
alla storia del genere horror, quali Frankenstein, il Conte Dracula (od
Orlock,
vedi primo memo-rabile "saggio" sul Principe dei Vampiri, NOSFERATU,
di
Murnau,
1922), Dottor Jekyll e Mr. Hyde, Il Fantasma dell'Opera, di sicuro essa
era
una presenza "implicita", una delicata, sottile perversione accennata,
ma
mai
approfondita del tutto.
Conl
l'ESORCISTA il "magma" malefico incandescente eruttato dal Diavolo
acquista
per
la prima (e forse unica) volta una dimensione a 360°, una forza di
inesauribile,
inconvertibile male vomitato sullo spettatore sotto forma di
estrema,
incalcolabile fisicita'.
Il
sottoscritto Alan J-K-68 Tasselli ha sempre vivacemente sostenuto il Cinema
Horror,
dovesse venire suddiviso, idealmente, in due, antitetiche ere: l'era che
precedette
l'ESORCISTA, e quella che lo succedette. In brevi, succinte parole:
grazie
all'Esorcista, il cinema fantastico avrebbe assistito alla sua piu'
grande
rivoluzione "stilistica-horror-visiva": c'era un "prima", e
ci sarebbe
stato
un "dopo": l'Esorcista avrebbe funto da punto transitorio nonche' da
legittimo
, ufficiale ingresso nell'era del Cinema Horror Moderno.
Nessuno
aveva mai concepito il tema "thriller" in ambito cosi'
spregiudicamente
"demoniaco-possessivo",
e con tale feroce visualita' e trascendenza.
L'Esorcista
non e' solamente un grande, insuperato "noir" dell'orrore, ma, lungo
l'arco
di questi 30 anni, ha acquistato via via le sembianze di un peso, quasi
di
una maledizione dalla quale risulta impossibile liberarsene. Una pellicola di
straordinario
impatto visivo, in grado di "portarti via" occhi, cuore
(soprattutto)
e mente. Lo si potrebbe definire, senza alcun risparmio di
personali
vedute, un "sadico, abominevole attentato alle coronarie", tale e' la
potenza
delle immagini, l'espressivita' del maleficio gettata sadicamente
sulll'incauto,
per sempre segnato spettatore. Un perfetto, terremotante connubio
di
fisicita' e "psichicita": l'una compensa l'altra, e quando agiscono
nello
stesso
momento il risultato e' quanto di piu' terribile e pauroso si possa
immaginare.
All'interno
di un contesto simile gioca un ruolo di assoluta importanza la
sceneggiatura
di William Peter Blatty, per la quale vinse (strameritatamente)
l'Oscar:
essa e' la perfetta sintesi di tutti gli "screenplay" dei 30 anni
prossimi
a venire, naturalmente per quel che concerne il genere fantastico: la
Sacra
Bibbia subisce uno scioccante, imprevisto scossone, spesso viene
attaccata,
ridicolizzata, rivoltata su se stessa, massacrata, ribaltata a
piacimento
dalla opprimente teatralita' "schizzata" dal corpo
("distorto",
deformato
dal Demone possessore) della disgraziata Reagan (una
straordinariamente
intensa, indimenticabile Linda Blair, per sempre
psichicamente
"condannata", e non poteva essere certo diversamente,
dall'interpretazione
offerta ne l'Esorcista).
Lo
sconcerto e' il piu' lampante, ovvio comune denominatore per un'opera ancora
in
grado di stupire e catalizzare l'occhio umano indirizzandolo verso il piu'
grande
spettacolo grandguignolesco mai apparso sulla scena. Tutto cio' che
sarebbe
venuto DOPO l'Esorcista ci apparira' come scontato, noioso, prevedibile:
per
anni si credera' (infaustamente) che possano bastare effettacci scenici
(alquanto
di dubbio gusto) onde spaventare una folta platea, la quale al
massimo,
oramai abituata alle sconcezze sacrileghe del masterpiece di Friedkin,
potra'
attendersi non piu' di qualche scia di vomito bollente od un paio di
crocefissi
rivolti al contrario....
Allora
il termine "splatter" non esisteva: films il cui epicentro era
rappresentato
da corpi sventrati o piu' semplicemente divorati da morti viventi
non
costituivano ancora il palinsesto horrorifico-visivo a cui tutti oggi, piu'
o
meno, siamo abituati. Ne L'Esorcista vengono tracciate anche le prime
coordinate
di questo nuovo ... "movimento": come mai altro si potranno definire
le
orde di poltiglia verdastro-incandescente gettate a folle velocita' dalla
posseduta
Reagan?...
Una
caratteristica di estrema peculiarita' riguardante questa pellicola sta
nell'accuratissimo,
mai debordante dosaggio di effetti speciali e trovate
sceniche:
la grandezza del film e' (soprattutto, a mio vivacissimo,
incontestabile
parere) insita nella perfetta, maniacale misurazione degli
elementi
scenici che hanno reso l'Esorcista un fenomeno cinematografico di
assoluta
unicita'.
In
definitiva, grazie a questa trasposizione cinematografica dell'eterno scontro
tra
Bene e Male, Satana viene introdotto alla psiche umana dell'aspettatore come
anima
astratta e senza volto,per poi, nel proseguio del film, apparire in una
forma
progressivamente fisica, assumendo connotati ultra-macabri e deformi,
evidenziato
dal monumentale, a tratti quasi "glam-kitsch" trucco attraverso il
quale
il maleficio compie prodigi di estetica e contorsione mai escogitati e poi
tradotti
in scena prima dell'avvento di questo capolavoro per antonomasia del
cinema
fantastico. Elementi "hard-gothic-core" e torture psichiche si fondono
in
un
melting pot insuperato e di grande appeal. E dopo essersi divertito a
squarciare,
ledere e assalire milioni di menti umane, Sua Grande Entita' del
Male
il Diavolo fara' presto ritorno nella piu' abituale "dimora", quella
astrattezza
implicita sepolta (ma mai del tutto cancellata) dai grandi lati
oscuri
che la vita, quando meno te l'aspetti, e' in grado di offrirti.
…per
non lasciarti mai piu'…
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