03-03-2003

 

 

 

 

 

 

NEROVARIODIPINTO

 

....il brusìo, prima insolente, ora calato gradualmente, lascia i miei occhi divorare il parco smarrito ed il vuoto incombente... il lampione a cui sono appoggiato rivela i primi segni di cedimento elettrico...la luce sembra "svenire", non rimane altro che un "fiocco" gracile e sterile... le prime leve di buio mi accolgono...pronto a farmi assorbire dalla caleidoscopicita' notturna... timidi accordi garbatamente distorti cedono il passo ad un debordante "cross-over" trippy-chitarristico... si apre uno scenario, split-screens che si alternano mentre altissime note di chitarra stridono la loro inquietitudine... un fotografo... un fotografo incessantemente scatta, rubando al tempo piccoli lembi di sconfinati prati e strade ribollite, in piena frenetica rivoluzione, gente che corre, scappa, cade, piange, si rialza e viene picchiata, tramortita... fuggiasco libertario-anarcoide ma senza un perche' si stacca coraggiosamente dal branco tumultuoso ed instabile, per ritrovarsi, sanguinante ad un labbro e coi capelli imbevuti di gesso e polvere, immerso nella convulsa, impazzita festosita' di un popolo irto di nevrosi ed dubbiosi ideali, sciocchi ideali pacifisti che non troveranno mai compiutezza; sul palco un rozzo combo di musicisti digrigna i denti e distorce labbra e piu' parti di viso.... d'improvviso il brano viene troncato a meta', e tutti gli strumenti scaraventati sul palco, la sala e' in fiamme!!... il pubblico consegna ritualmente la propria anima alla suprema iniziazione introdotta dal concerto....... non si distingue piu' la ragione dall'atto di sconsiderata irrazionalita'...... e' un ammasso di corpi fluttuanti da un estremo all'altro del locale........ l'unico squarcio musicale e' rappresentato da un fuzz-box e continuo feed-back inarrestabile, insolente, sventra-cristalli, quel fumo che sale, le fiamme salgono alte mentre brandelli di strumenti vengono consegnati ad un pubblico onnivoro e cannibale, incapace di controllarsi, inetto, troppo idiota per distinguere un suono dall'altro....... esso vorrebbe nutrirsi di loro, ed accaparrarsi con inaudita ferocia ed infinito egoismo scampoli di gloria che mai avranno... perseguitano, loro, patetici idealisti del cazzo, a rincorrere piccoli frammenti di fama... quella fama che fino ad ora hanno solo visto in televisione......... Il Dio sceso dall'Olimpo tanto venerato fino a pochi attimi fa, si rialza dal palco, annientato da allucinogini e trip-lisergici, egli pensa di stare facendo l'amore con piu' corpi, nella Valle Della Morte; barcolla, ha estatiche visioni, ed inesorabile sara' la sua caduta di angelo cacciato dal Paradiso..... penosamente strisciante ai lati del muro.... annega nel suo ego e viene risuc-chiato da spirali di follia...... prima di vomitare il proprio malessere su di una giovane puttana incontrata durante uno sporco, oscuro cammino, lei, nuda e senza scarpe, indifesa, calpestata in faccia, stuprata, stritolata nel suo patetico orgoglio di donna fra tante donne.... donne che amano vivere nell'eterna dissoluzione, hanno come unico accertato ideale il peccato e come credo forme sconfinate di lussuria... tentano una  evasione, poi inghiottite inesorabilmente dal "pozzo dell'ingordigia", inseguono uno scampolo di sincero amore, per finire ai bordi di una discarica con 20 coltellate sulla schiena........ i loro corpi lasciati sanguinare in angoli nascosti e mai battuti di campagne aspre, aride, senza o quasi vegetazione....... l'odore del sangue, ancora fresco di feticismi e rituali che non verranno mai in superficie....esso viene confuso con i casuali sprazzi di verde intorno ai corpi martoriati.......... una candela si accende mentre altre 100 si spengono....... Un incompiuto dipinto: esso raffigura, "ospita" la pazzia; bozze di colore senza un comune denominatore, la inconvertibile solitudine di un pittore al centro di un campo di grano, mentre i compaesani ballano in paese; ode urla isteriche cosi' potenti da dividere l'aria in due e avverte il vento scindersi in piu' strali messaggeri di dolore. Le immagini vengono "tradotte" sulla tela ancora "spoglia" e vergine, in attesa di essere barbaramente attaccata dalla deviante, raccappricciante fantasia dell'artista.... immagini che sembrano vivere autonomamente, immagini che parlano ed emettono brevi sussulti, immagini che hanno la forma di coltelli e spranghe d'acciaio, dentro questo quadro di violenza e perdizione emergono colori e spruzzi aventi la forza espressiva di affilatissime lame, lame strisciate con sadica lentezza sulla fresca pelle di seno di donna..........tracciando solchi dai quali sgorga il sangue legittimo figlio della bestia peccatrice... ......le soffocate, distorte richieste di aiuto corrono parallele alle spiccate, acuminate visioni del pittore, i suoi occhi vengono risucchiati dal vorticoso caleidoscopio "imprigionato" all'interno di questo decadente dipinto, per un attimo egli ha l'impressione di sdraiarsi sui subliminali impressionismi "partoriti" dalla sua creatura... ...nella mente rimbombano monotematicamente gli stessi, sporchi 3-4 accordi, quella canzone...... sempre la stessa..... un pianto strozzato ed inconsolato, lacrime che piombano sulle vaschette colme di accecante colore, un fiume in piena inarrestabile che travolge l'uomo di fango e miseria.....finche' vedremo anche la Luna piangere e colorarsi di rosso porpora, oscurandosi progressivamente, abbandonando un cielo terso e senza stelle, mentre le nostre notti divengono mono-colore, desolatamente prive di qualsiasi logica direzione.......

E noi... piu' senza luce, piu' senza guida.

Noi... piu' senza uno schizzo di sentimento.....

Noi, solo noi.... e forse mai piu' noi......

 

TELEMACO PEPE (LUCA COMANDUCCI)

 

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