27-11-2002
ELEGIA
AD UNA GRANDE MENTE.
DORMENDO.
MORENDO. SCOMPARENDO. DECEDUTO.
Ricordi
di vecchia data su di un promettente matematico
........fredda,
cosi' fredda e' la tua stanza, un anelito di gelo copre il tuo
ancora
caldo sorriso, pietrificante senso di meraviglia, garbatamente
celata
sotto i tuoi occhi sbarrati, un assordante, inespressivo dolore dipinto
sul
tuo viso, imbarazzante e terribilmente magro e' il tuo aspetto, ma come
hai
potuto?... COME?... Le tue lunghe, distese gambe scorrono immobili tra letto
e
pavimento, mentre la tua anima fugge via pavoneggiandosi, oscillando e
spar-gendosi
tra ricordi di vecchia memoria, ricordi di un breve ma glorioso
passato,
passato di un allora vivente genio, genio ora smarrito tra le ali di un
vento
pronto ad accogliere il suo inquieto fluttuare da tempo a tempo, ora
avvolto
da calde braccia amiche, calda braccia di geni un tempo scomparsi,
illuminate,
illuminanti mente con caterve di lustri sulle spalle, loro non
esitano
a darti il benvenuto sul Pianeta dei Grandi Scomparsi, augurandoti il
meglio,
augurandoti tutto cio' che la vita non e' stata capace di darti, vita
del
tutto incapace di gestire il tuo tribolato ego, e il tuo disordinato,
accattivante
intelletto. Madre che lacrima sulla tua gelida fronte,
patetica-mente
attendendo un segno di replica che mai le giungera', nessun
movimento,
nessun respiro, nessun suono, solo un pacato, strozzato urlo rimasto
prigioniero
in gola, mai piu' labbra aperte pronte a lasciar spazio alla sua
espressiva
arroganza, arrogan-za di matematico in procinto di enunciare
equazioni
e formule che un giorno sarebbero passate alla storia. La legge
dell'assurdita'
oramai giace all'interno del tuo spento corpo, mai piu' nessun
dolore,
mai piu' gioia e mai piu' mirabilie dal tuo irraggiungibile ricco
cervello.
Inutile e' la domanda, e patetica sarebbe una risposta, riesco
solamente
ad immaginarti vivo ed incredibilmente vivace, contagiosamente felice,
desideroso
di inventare ed inventarti una nuova vita, per te e per gli altri,
per
tutti coloro che hanno dovuto combattere con lo Sconosciuto, Sconosciuto che
tu
avresti abilmente smascherato, un giorno non troppo lontano. Dove tu ora sia
non
ha importanza, sappi solo che io non devo sapere, e mai vorro'. Giu' nel
profondo
del mio cuore spezzato e corrotto, una minuscola, quasi impercettibile
luce
si e' stagliata nella mia coscienza, e non intende abbandonarmi, sono certo
si
tratti del tuo affannoso respiro, sono certo si tratti delle tue provocanti
parole,
quelle parole che non hai mai avuto il coraggio di rivelarmi in vita.
Una
calda malinconica tristezza ed una esplosiva vitalita' riecheggiano in me,
ma
sento che sei tu, inconfondibilmente tu. Questo e' il mio ultimissimo,
sincero
arrivederci ad un piacevolmente, irresistibilmente dispettoso ragazzino,
ancora
poco ed udirai la campana degli Angeli, annun-ciatrice del sacro inizio
di
una nuova, silenziosa avventura, colma di pace ed eterna serenita'.
Piu'
nessun eroe, questa volta, piu' nessun crimine da tenere segreto. E mentre
la
tua tomba rimarra' ge-lidamente spoglia e "vuota", fredda ed oscura,
lassu',
da
qualche parte in mezzo a nuvole ondeggianti vedro'
la
tua sagoma girovagare senza una meta, portandoti dietro il tuo inseparabile,
inconfondibile
sarca-smo, "disturbando", innervosendo deliziosamente ogni anima
del
Paradiso che incrociera' il tuo lungo, infinito cammino.
orecchie,
stanche, spossate da tanto, spodestante, colossale silenzio; forse,
l'ultimo
sussulto del tuo sempre bizzarro, incostante, imprevedibile spirito.
Angeli
o messaggeri, Maria o Giuseppe, Gesu' o Mose', non importa, cio' che
vorro'
sentire sara' la tua voce "fumante" e levigatamente roca, voce
invocante
l'ennesima
provocazione, voce richiedente l'ennesima obiezione.
L'obiezione
di un IL FU PROMETTENTE MATEMATICO, ORA RIGIDAMENTE STESO SU DI UN
LETTO.
DECEDUTO.
Il
mio vero, unico, indiscutile Genio.
Ed
il mio unico, piacevolmente, irresistibilmente disgustoso ragazzino.
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