23-10-2002

   

 

Sad song for an old-aged hippie wandering in Bologna

 

...e mi perpetuai nello strisciarmi, da sudicio verme, sulle strade di una

piovosa, umida Bologna ...lo spacciatore e' dietro l'angolo, pronto per

consegnare la dose giornaliera del suo "veleno", la vittima... non attende altro

che quel momento, momento di scontata perdizione, momento per celebrare una

maledizione... uno sguardo spigoloso, di chi e' in perenne lotta contro la vita,

una vita stropicciata come un pezzo di carta senza valore, destinata al cestino

dell'immondizia...... i secondi scorrono, i minuti si fanno sempre piu'

spietati, Jeremy ha sulle spalle pesanti ricordi, dissoluzioni, incomprensioni e

dissipazioni fanno parte del suo DNA, un giorno muore, ed il giorno successivo

rinasce....... E via, un altro giorno vola via, tra un buco e l'ennesimo

sussulto di delirio, per poi gettarsi nel bagno a vomitare, a dover scontare una

vita dissoluta e senza futuro, strade peccaminose, delittuose, simbolo di una

decadenza ottocentesca, osserva il poeta maledetto, ubriacone sudicione ansimare

in un vicolo buio e quasi mai battuto dalla gente ordinaria.... vomita, vomita

amaro, il secondo successivo potrebbe gia' essere al di la' del guado... forse

e' meglio cosi', meglio morire, una volta tanto... Ancora una cinquantina di

metri, il sonno che soffoca la mia indole di infinito camminatore, esploratore

delle vicissitudini altrui, l'aria selvaggia e rarefatta di quella sera, la

sento ancora calpestare la mia testa, ora smarrita, ora lucida, ora sporca, ora

limpida, basterebbe una carezza, un gesto di timido amore. Niente. Continua il

mio girovagare verso il Nulla chiedendo il Niente. Corpi stesi come su un campo

di battaglia, a destra un buco a sinistra uno stupro, un giorno di "sana"

ordinaria follia... Uomini senza lavoro, uomini senza eta', uomini falciati via

dalla societa', uomini persi nel loro limbo dantesco, pronti ad essere portati

via da qualche spirito maligno... e vivere nell'Inferno per l'eternita'...

Svolto all'angolo e mi imbatto in un angelo biondo, bellissimo, occhi sbarrati,

sguardo dissoluto, occhi felini e di rara bellezza, espressione "avvoltoica" che

ruba la scena a tutti i presenti, e prende il mio cuore per sbatterlo nella sua

sconclusionata coscienza.... Inginocchio le mie stanche, spossate gambe,per un

attimo di candore e dolce attendere, nell'attesa di una parola rivolta, di un

sospiro che si complementi con il mio pianto leggero e quasi silenzioso, lacrime

calde e fredde, roventi e glaciali si spengono sul suo sguardo apparentemente

inaccessibile, saffiche intenzioni si susseguono senza sosta, vorrei portarti

via, ma forse e' meglio lasciarti qui, meglio lasciarti divorare dalla tua

solitudine e dalla tua vocazione all'autodistruzione, implacabile oramai, gioia

e sofferenza sono indistinguibili... rialzo il mio volto ed impenno le mie

elastiche gambe per riprendere il cammino. I passanti che incrocio sono le tante

comparse di unteatro in continuo movimento espressivo, la notte e' il giorno ed

il giorno e' la notte, esse sono un tutt'uno incapace l'uno di annullare

l'altra.

 

Incapace di annullare questa realta'.

 

TELEMACO PEPE

 

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