13-08-2002

 

 

 

 

SONO LE 5:00 E...

 

 

 

Impressioni da un'immagine ancestrale

 

...e fui "inghiottito" da...

 

...adoro osservare dalla finestra le foglie cadere sul suolo sempre piu' imminente alla tipica inespressivita' di un inverno non troppo distante. Mi piacciono i colori dell'autunno, Ottobre rappresenta il "cuore" dei miei sentimenti, quell'acutissima malinconia ancestrale che sin dalla tenera eta' mi tiene compagnia, come mai amante o grande amico avrebbero saputo fare. E percio' ho decretato il mio sommo estremo status di anarchia, un'anarchia forse pericolosa ma tremendamente fascinosa e carica di magnetismo, la mia "dolce anarchia". Davanti ai vostri occhi non sono che la viva anti-tesi di cio' che vi circonda; dentro il vostro animo, sono semplicemente, soavemente astratto, intatto nel mio candore emotivo, contratto quando sento avvicinarsi un oggetto a me non meglio identificato, ma molto simile

all'essere umano.

Io ho scritto. Io ho pensato. Io ho deciso. Niente piu' contatto, solo scambi empatici di durata illimitata, senza alcuna soluzione di continuita'. Lascero' il mio debole volere in balia di una solitudine incomprensibile. Il sibilo di una lontana, remota fabbrica si staglia nel mio silenziosissimo subconscio. Una macchina percorre il suo tragitto imbattendosi in una spettrale campagna. Un'immagine televisiva. Una fascinosa fanciulla, laureanda, in un giorno eccessivamente colorato ed abbagliato dallo schermo, immagini rarefatte scalfite, offuscate lievemente dal tempo. L'ancestrale senso mio del passato inghiotte la mia psiche e quest'ultima asseconda una malinconia lacerante, chi nessuno sa da dove essa possa provenire e che cosa scateni un simile vortice di splendida, gentile, trascinante tristezza. Una dolcissima, zuccherina tristezza. Non sono piu' qui. Sono trasportato da quelle immagini; forse era estate, forse

primavera, un tempo comunque rigoglioso di colori e sfumature, che solo il profondo vuoto scavato dal tempo riesce a conferire.

Sono le 5 e... mi bagno di ricordi di un passato che nemmeno ho vissuto... ero piccolo, troppo piccolo ma... ora sono grande ed ho rubato quello squarcio temporale che non ho vissuto ma che ora sto vivendo. Donna d'altri tempi, donna figlia della sua epoca, donna dall'altissima, rarissima femminilita'. Rubato da quelle immagini alla mia grigia attualita'. Ora sono probabilmente in quella macchina, DENTRO quegli scorci cinematografici. La macchina a levigata velocita', fiancheggia un vecchio cimitero di campagna; la citta' si disperde, si dissolve la magniloquenza, la claustrofobica grandezza. Un eco, una voce di infinita sensibilita', un sussulto di passione, una carezza. Un tempo, attimi che non ci sono piu'. D'un tratto mi smarrisco, esco da quelle attentatrici immagini, un lungo, lunghissimo riflesso...

La televisione che si spegne.

Io che mi spengo.

E non mi riaccendo.

Non mi riaccendete.

Di me nulla vedrete.

Per sempre laggiu', "dentro" quelle fosche, sepolte immagini.

 

TELEMACO PEPE

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