28-07-2004
LA
REGINA DELL’ARPA SULL’OCEANO
....seduto su di un cuscino di stracci di stoffa color
porpora, la mia sagoma mimetizzata in questo insignificante sebbene estremamente
poetico lembo di spiaggia, tetro e desolato, in un'ora da tardo pomeriggio
durante un giorno non meglio precisato, forse io stesso inghiottito da un sogno,
la mia Dea dell'Incoscienza ha appena deciso di sbarrare ogni accesso a
qualsiasi forma di percezione che concerni i limiti del possibile, onde
abbracciare i fitti, tenebrosi meandri dell'impossibile.....
Spengo
la mia flebile mente, e' un dolce spegnimento, per una romantica rassegnazione
diluita nell'assurda utopia all'interno della quale si inseguono pianti e
lacrime di gioia, smarrimenti ed effusioni sopra stralci di verde prato sospesi
nel nulla.... dipingo occhi di sublime astrattezza, mi unisco a voci di soave
armonia, lode alla decadenza di questo spicciolo di giorno rimasto, prima che la
coscienza del mondo materiale si ricongiunga al mio capriccioso ego.... poi...
...poi
e' come se avessi avvertito un istantaneo, al contempo fragorosissimo flash...
....... ....
Per
qualche attimo non avverto piu' alcun sintomo di ragione: come se ogni
collegamento storico legato alla mia memoria sia stato resettato, annullato.
Definitivamente.
Passano
pochi minuti. Alzo la testa, piu' appesantita del solito: avverto immediatamente
una mancanza, al di sotto del mio capo: il cuscino di stoffa porpora e'
scomparso, come smaterializzatosi senza logica alcuna. I miei occhi, sebbene
ancora deboli ed offuscati, cercano di fornire impulsi sufficientemente lucidi
affinche' la mia mente possa percepire lo stato attuale delle cose........ Mi
guardo, con cupo sgomento, attorno: non c'e' anima viva. Nessuno. Nessuno a cui
possa chiedere anche la piu' insignificante e sciocca delle domande. Anche
ombrelloni e schegge di legno sparse per il breve tratto di spiaggia libera sono
scomparsi. E' come se, durante l'arco di quei pochi minuti durante i quali ero
rimasto del tutto incosciente, "qualcuno" o "qualcosa"
avesse ridipinto completamente la scena. Un altro particolare: il mio
orologio legato al polso destro anziche' sopra quello sinistro; ma un orologio
senza piu' lancette ne' il passare, lento, catartico dei secondi. Ma che diavolo
e' successo? Che cosa sta accadendo? E, soprattutto: DOVE SONO? Ho perso
completamente il senso del tempo: ogni logica sembra vagare in un'altra
dimensione.... perche' cio' che mi appare e' SENZA logica alcuna....
Rimango
seduto, guardandomi attorno incredulo... Sto cercando, invano, di dare una
seppur vacua giustificazione al contesto assurdo che si e' da neanche 10 minuti
materializzato.... quando... Quando vedo spuntare da lontano una signora alta e
dal portamento distinto, con, sulla testa, un assai vistoso e largo cappello. Mi
alzo di soprassalto onde andarle incontro: con mia assoluta sorpresa noto che
codesta signora in realta' non e' affatto una signora, bensi' una fanciulla, e
di assai gradevole aspetto; cio' che pero' imbasti’ la mia gia' feroce
curiosita' fu il suo a dir poco esclusivo abbigliamento: un lungo, sinuoso
corpetto bianco di chiara derivazione vittoriana di fine Ottocento -
inizio Novecento, che le fanciulle, in special modo, coloro frequentanti i
severissimi collegi dell'epoca, erano costrette ad indossare per questioni
strettamente legate all'etica di costume vigente a quei tempi. "...scusi...
ha per caso bisogno di aiuto?... la vedo particolarmente spaesato... e' forse un
turista che ha smarrito il proprio senso dell'orientamento... ? - mi
chiede - Non abbia paura: io la sapro' aiutare..." – aggiunge poi,
nel frattempo sfilandosi i candidi e lucentissimi guanti dalle mani, l'avvenente
fanciulla vestita in stile-vittoriano, con stupefacente dolcezza e travolgente
tatto, usando un accento alquanto arcaico ed oggi caduto in disuso. "...ma...
veramente... mi perdoni, mia dolce fanciulla, temo di aver perso la memoria...
Sa per caso dirmi che ora e'... e dove mi trovi
precisamente...?..."
I
secondi che seguono si sarebbero rivelati tra i piu' drammatici ed ansiosi di
tutta la mia vita. Attesi, dunque, trepidante come mai prima di allora ero
stato.
"........
Ma certo, buonuomo... oggi e' il 15 Agosto dell'anno 1900......"
(Sbigottito, incredulo, stordito:
sono alla merce' di un vuoto spazio-temporale assurdo... o risucchiato da una
dimensione sconosciuta... milioni di quesiti si accavallano, ma temo
pesantemente la soluzione non verra' mai svelata... )
"...ma...
come..?!?!... il 1900?!?!?!?....?..." -
replico io, sempre piu' convinto di essere vittima di una ingegnosa messinscena.
...ma
non si trattava di una messinscena, bensi' della REALTA'. Assurda, impossibile
per quanto si possa credere, ma dovetti immediatamente farmene una ragione,
perche' una, UNA soltanto era la verita', ovvero l'unico, accertato dato di quel
terribile frangente: stavo DAVVERO vivendo in un giorno di mezza estate del 1900!!...
Tutto
d'un tratto, come se realmente fossi stato risucchiato in un vortice colmo di
avvicendamenti temporali a me del tutto estranei, vedo comparire, in rapida ma
silenziosissima successione, giovanissime collegiali, anch'esse vestite da capo
a piedi in stile vittoriano: una "tempesta di bianchissima stoffa e
larghissimi cappelli parasole"... Mi vengono incontro, mi sorridono,
ammiccano... le loro labbra gommose e meravigliosamente sensuali, i loro occhi
penetranti, intensi, semi-lacrimevoli: si sono gia' impossessati del mio cuore,
lo stanno violentemente sbattendo: non sono, ora, che un pulpito di
irrefrenabile passione, sospeso dai miei dubbi ed istantanee ritrosie...
E'
tutto cosi' fottutamente originale, e bellissimo......... mi sento come se fossi
un bambino conscio di avere appena aperto gli occhi ad un mondo che prima non
conosceva: l'emotivita' dei miei sensi raggiunge uno zenith di lirismo e
possenza mai avvenuta in precedenti occasioni.... Mi lascio cullare, trasportare
da questa enfasi solo apparentemente ingiustificata. Mi concedo a multipli
balli sospesi in aria, volteggiando concentricamente su quei corpi, facendo
“bagni” al centro dei loro morbidissimi capelli, entrando in simbiosi con i
mille profumi emanati dalla loro stupefacentemene asciutta pelle... Finche'...
Finche'
giunge, dal Cielo, una biondissima fanciulla, una NINFA, ninfa vestita di raso
violaceo, contraddistinta da capelli lunghissimi e pastosi: ha con se un'arpa,
che stringe con inaudita possenza.
"Oh,
eccola... ECCOLA!!!... - grida estasiata e commossa una delle fanciulle - "...e'
arrivata... finalmente e' arrivata...!!!!!!!! NOSTRA MADRE!! STARSHA, O' STARSHA,
MIA ASSOLUTA, INARRIVABILE REGINA DELL'ARPA SULL'OCEANO..... SUONACI QUALCOSA...
TI PREGHO... SUONACI LA TUA MAGICA ARPA....o noi rischieremo di morire senza
musica… ti supplico: donaci le tue svenevoli note di eterno amore e
considerazione……..e non vanificare la nostra insostenibile attesa…. "
- e la fanciulla cadde in un burrascoso, travolgente pianto di liberazione,
prima di sciogliersi, lentamente, tra le acque dell’Oceano, lasciando le sue
lacrime sulla cresta di un’onda appena formatasi……..........
Con
muta lentezza, la REGINA DELL'ARPA SULL'OCEANO, Starsha, si posa sul manto
oceanico, accennando prime, deboli, comunque nitidissime note di una suite che
si preannuncera' eterea, suadente, subliminale.
INFINITA.
E'
forse, l'avvento di Starsha, la Regina Dell'Arpa Sull'Oceano, il messaggio
ultimo di un sogno che sarebbe dovuto durare in eterno, ma che invece sta
miseramente collassando?...........
O
si tratta forse dell'inizio di una nuova, sconosciuta, inesplorata "era
spazio-temporale", di cui io, fino a pochi minuti fa, non ero che
un'ignara, spaesata comparsa?...... Una inedita, lontanissima dimensione che non
posso fare a meno di vivere intensamente, con gioia dissoluta, ed ardente
desiderio di compiacimento, rivelando la mia inestinguibile, inesauribile,
altissima sensibilita' di uomo disperso all'interno di inesplicabili squarci
onirici....
Non
so, e forse mai sapro'.
...e
forse... mai vorro' sapere....
TELEMACO
PEPE (LUCA COMANDUCCI)
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