07-08-2004
MORENO ROMEO RUDEDICI:
Richiami. Echi.
Indecifrabili percezioni da un passato mai vissuto. Luce. Tanta luce. Luce nel
pieno di una notte che sembra divenire, secondo dopo secondo, respiro dopo
respiro, sempre piu' infinita. Dimensioni temporali mi rapiscono per pochi,
intensissimi istanti: e' come se al di la' dei miei occhi si stessero formando
piccolissimi universi popolati da persone e creature mai conosciute in vita... E
poi, strani ricordi di stralci di vita certamente mai vissuti ma percepiti come se
li avessi vissuti... Mi appare tutt'ora estremamente difficile poter
decriptare questi 'vuoti ancestrali' che, nei momenti di piu' acuta
malinconia notturna, agiscono come minuscole fate attentatrici,
subliminanti il mio inconscio, dipingendo l'atmosfera intorno a me di etereo e
sognante, suggestivo e fiabesco... Per illogico che possa sembrarvi, la realta'
fino a poco fa vissuta scompare. Del tutto. Io non sono piu' io,
ma qualcun'altro. Qualcun'altro oscillante, fluttuante in piu' dimensioni
parallele, non necessariamente l'una legata all'altra. Come se venissi sospeso
nel tempo...
Ho sempre avuto questa
inusualissima sensazione di 'trasporto subliminal-inter-temporale', sin
da quando ero bambino: i primi 'rigurgiti', 'accenni' di sospensione nel tempo
avvennero infatti intorno ai 7 anni: possedevo, gia' allora, una extra-identita'
la quale fungeva da parallela a quella 'normale', a quella di tutti i giorni.
Non mi ha mai abbandonato. Col tempo (e' passato qualcosa come un quarto di
secolo), essa avrebbe assunto dimensioni di gran lunga superiori, talvolta
monumentali, altre volte semplicemente destabilizzanti. Non so, non riesco a
dare una logica, seppur vaga
spiegazione scientifica circa cio' che provo in quei momenti; posso solo
confessare si tratti di sorta di ancestrali richiami dal passato: "chiamate",
chiamate e cieche immagini da un passato che non ho mai vissuto. Avverto,
spesso, un disperato, assoluto bisogno di un qualcosa, forse una presenza,
o forse contesti del tutto dissimili, qualcosa che al momento attuale non
esiste, e che mai esistera' ... e che presumibilmente non e' mai esistito
nemmeno in passato... almeno il mio passato... un'entita'
di cui non potro' mai vedere il compimento, perche' irraggiungibile, immaterializzabile,
entita' estranea alla dimensione temporale da me vissuta quotidianamente... E'
come se stessi cercando qualcuno che non e' mai vissuto... Molte volte mi
sento come se fossi l'unica persona vivente su questo Pianeta, l'unica...
e non necessariamente a causa di sporadiche depressioni o frammenti di 'cieca'
solitudine: appaio, dinanzi agli occhi dell'altra gente, invisibile.
Impercettibile, indistinguibile. Invisibile. Sempre piu' invisibile.
Vago, fluttuo in uno spazio circostante, senza che nessuno si possa accorgere di
me.
Ricordi. Ricordi di
bambino. Ricordi di un bambino che al mattino era solito alzarsi in preda a stati
di emozionalita' accelerata: avvertivo, si', avvertivo quello spodestante,
ficcante, ancestrale senso di un tempo mai incontrato, mai conosciuto. ...ma che
avrei desiderato moltissimo aver vissuto...!!... Come se mi fosse stato
impedito di vivere il mio tempo, ovvero la dimensione temporale a cui
dovevo essere condotto da un fato, che, invece, burlone e dispettoso,
avrebbe optato per un'era completamente differente da quella assegnatami.
Oggi, per colpa di questo 'erroneo sbalzo nel tempo', mi vedo costretto a
ricercare, assiduamente, devotamente, quella vita che mi e' stata negata.
Si’… ne sono
pienamente convinto; adesso so:
Io non appartengo a
questa gente. Io non appartengo a questo tempo. Io…
...ora, non potro' far
altro che attendere il prossimo 'richiamo' figlio di quella enigmatica
ancestralita', al fine di ricongiungermi ad un tempo e luogo giusti, dai quali
mai piu' separarmi... forse per l'eternita'...
…o forse solo per
qualche breve, illusorio momento di felicita’...
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