23-06-2004

 

 

ELLISSI, IMPRESSIONI E SQUARCI DI NON-VISSUTO DI UN "NATURAL BORN OUTSIDER"

 

Ed eccomi di nuovo, accovacciato sui miei pensieri di folle anarchico eternamente appeso su di un filo invisibile in attesa (vana, of course, come da copione) che qualche essere umano (oramai prossimo a divenire "ex", "ex membro dell'umanita'") venga incontro alla mia assoluta solitudine di disperso cosmico, cosi', onde scambiare qualche spicciolo di mondo sociale contemporaneo... Niente, of course: il NULLA. Un NULLA simbolo di un contesto inespressivo, sindrome del vuoto che mi circonda, quel senso di pacifica, tutto sommato ben accetta alienazione mia fedele compagna di vita. Ed io, sempre laggiu' in fondo, facendo finta di aspettare qualche scalcinato individuo immaginario, si, immaginario, perche' suppongo altro non mi sia permesso.... E tra questi puntini di sospensione ed altre miriadi che seguiranno a scaglioni, un oceano di incomprensioni e pregiudizi verso uno degli ultimi outsiders viventi, si, io, definitely "a natural born outsider": uno di quegli "eroi" che escono vittoriosi dalle proprie battaglie artistiche, dopo estenuanti ma ricche, gloriose performances, alle quali un pubblico caldo applaude con rigore e sperticata passione. Poi... poi di nuovo il vuoto. Di nuovo quelle ragazze che gradualmente si allontanano, correndo ansimanti verso il proprio compagno, oppure per abbracciare i loro sempre emozionatissimi genitori. Un avvicendarsi e sovrapporsi di risate, complimenti, ancora risate, ed ancora complimenti. Scambi di effusioni non si contano piu', il pubblico si e' oramai silenziosamente diradato per poi dividersi in tanti minuscoli formicai il cui intenso, impercettibile bisbiglio fa da contrappunto al rumore intermittente causato da microfoni, spie ed amplificatori in fase di smontaggio.
Luci in sala. Il sipario e' gia' calato, preannunciando un velo di pesante oscurita' sulla mia sagoma sempre piu' indistinguibile. Ed io ancora che, fottutamente imperterrito, seduto in un angolino situato al confine tra la folla cinica e pettegola ed un lembo di cielo sopra il quale non si contano che i secondi di un infinitamente assoluto silenzio, mi cullo sulla gloria fresca impressa sui solchi del mio volto sudato ma terribilmente vivo, intenso, meravigliosamente espressivo. I miei occhi sciupati compiono vorticosi balzi da una sedia all'altra della platea, mentre la mia mente e' assorta nel tracciare orbite ellittiche che nessuno mai avra' il coraggio di intravedere o semplicemente inoltrarvicisi.... perche'.... ora tutti sono lontani, c'e' chi ha gia' fatto ritorno a casa. Ma io sempre li', in attesa di un'attesa, l'ennesimo, assurdo capriccio di un "outsider nato" che ha vinto la sua spietata, durissima guerra dei sensi ma che, come vuole il cocciuto, imperdonabile, perfido ed immutabile copione, ha perso un altro tassello di umanita' e calore terrestre.
Forse per sempre…

 

TELEMACO PEPE (LUCA COMANDUCCI)

 

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