10-01-2004

 

 

…SICCHE'… ORA IO VEDO… SICCHE', ORA…

 

…sicche' sarei rimasto nuovamente solo, appartato, risucchiato dal mio cosmo parallelo, fugaci apparizioni di angeli e demoni, maghi e prostitute, non avrebbero che alleviato il mio inaccessibile, infinito solismo… ogni concetto di vita terrena intorno a me assume una straripante forza anti-gravitazionale, mi cullo nel mio status di immutabile indifferenza verso il mio ego, ora sagoma invisibile, lampione spento in una citta'-fantasma, spezzato dall'ennesimo corto-circuito, un lampione davanti al quale si perdono tracce di pedoni ed autovetture… Non sono che un passante relegato in angoli remoti di una tetra stanza, in mezzo ballano, ridono, gridano, esaltano e si esaltano, corpi che mischiano il proprio sudore, la propria apparentemente sconfinata libido…. Io osservo, passivo e soffusamente perverso; la mia eccentrica, spasmo-elettrica fantasia continua a riprodurre incessanti, tortuosi, talvolta criptici sentieri confinanti tra una ambigua realta' e decadente surrealismo sembrano non possedere chiavi di accesso, ogni ingresso e' libero, e niente sembra farmi tornare indietro… E, ancora una volta, vengo riportato inesorabilmente a me, di nuovo padrone di me stesso e della mia incorruttibile solitudine… contemplo ogni forma di desiderio, sogni, ellittici squarci di intemperante, tumultuosa, tempestosa visionarieta'… La gente si prende gioco dei miei pensieri, la folla si disperde schizophrenica e terrorizzata, quasi fossi una bomba annunciata prossima ad esplodere… Solo, intento a "fotografare" una trincea di guerra all'interno delle quale io sono l'unico sopravvissuto… Celebro questo fecondo attimo di sadica incomprensione, sciogliendo dinanzi ai miei occhi, stanchi di inutili, patetiche lacrime, le sagome umane che fino a pochi secondi prima avevano costituito in me l'ennesima, sciocca utopia, un'utopia ora frustata, seviziata, stuprata, infine abbandonata. Calpestata. Uccisa dal sottoscritto, poi derisa. Infinite particelle si staccano dal loro nucleo ed esplodono accecando, demolendo ogni residuo di realta', dando origine a spessissimi strati di assai gradita lisergia… Esse si dividono, scoppiano, si moltiplicano formando altri milioni e milioni di entita' contraddistinte dalla piu' svariata, inedita natura, corpi ed anime fluttuanti non aventi ancora un nome, ne' categoria alla quale essere assegnate…… Nulla ha nome, e nulla per molto tempo verra' isolato od analizzato… Intuizioni, poi placate e ridestate, di nuovo anestetizzate, ma solo per pochi, impercettibili frazioni di tempo, tutto sembra avere un inizio ma mai una fine… poi tuoni, lampi, stracci temporali macchiati di sudicio sadismo, rovente eccitazione, la mente si traveste da inesauribile schermo all'interno del quale vengono "splittate", spezzate centinaia di immagini contemporaneamente, senza alcuna connessione logica… Il maestoso Spazio dentro di me NON HA logica… Nessuna regola, nessun senso votato alla piu' prevedibile completezza del nostro pensiero… sicche' ora vedo… sicche' non potei piu' vedere…sicche' divenni il piu' cieco tra gli esseri viventi… non volli piu' vedere… NON VOGLIO, e MAI vorro' piu' assistere alla solita, scontata successione di eventi, a me cosi' estranei, a me cosi' ostili e non comuni… Implodo, mentre sdraiato sui cieli di una stanza senza soffitto, una spirale che mi risucchia irreversibilmente verso l'Alto Infinito, dimensioni che si deformano, seni fluttuanti che si contorcono, si riproducono a milioni…. e tra una virgola e l'altra, sparsa tra agghiaccianti, siderali accessi cerebrali, produco un estemporaneo sorriso dalla inequivocabile, provocatoria, tagliente acidita', finche' l'ennesimo sguardo verso il vuoto di un conoscente qualunque mi avra' riportato, immobile ed immutato, sulla sedia di quel bancone da bar, dove tutto ebbe inizio solamente pochi secondi fa…

 

TELEMACO PEPE (LUCA COMANDUCCI)

 

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