13-12-2003
Quando
un giorno mi chiesero perche' Luca Comanducci, alias Telly Pepper (nonche'
"Sir", in alcune circostanze), alias Telemaco Pepe Supremo Imperatore
dei Pindarici, non potesse fare a meno di "pensare in eccesso" la mia
replica fu tanto inequivocabile quanto immediata, nella sua, originale,
drasticita': "Penso in quanto l'arte del pensare altro non e' che vitale
cognizione di tutto cio' che ci accade intorno, sorta di chiave introduttrice ai
pensieri e sensazioni altrui, un caleidoscopico termometro cerebrale
dall'indefinibile spessore.
Penso, argomento in eccesso interrogando ossessivamente, pedissequamente,
selvaggiamente la mia mente, talvolta spossata da un simile bombardamento
neuronico. Luca Comanducci non puo' fare a meno di pensare. Piu' volte sono
stato assassinato dai miei stessi marchingegni, in altre istanze mi e' stata
data la possibilita' di toccare vertici di "sublimita' subliminale",
raggiungendo una rara profondita' sensazionistica, Eden per cerebrali
fagocitanti ed multi-etero-lateral-espressivi. Allo stesso tempo, mi ritrovo ad
essere padrone e schiavo della medesima attitudine."
Da costante frequentatore di psicologi e psichiatri, il sottoscritto non puo'
esimersi dall'affermare il parziale fallimento della sua condizione di essere
umano tormentato e spesso ignorato, quando non rispettato. Sembra non ci sia mai
tempo, per noi grandi tribolatori psichici, di esternare, meglio: ESORCIZZARE un
malessere apparentemente insormontabile, invalicabile nella sua monumentalita' e
gravosa complessita'. Forse proprio ora sto tentando, nello scrivere questo
breve trattato sulla mia incurabile infelicita', un esorcismo in piena regola
psico-letteraria. Non sono che un "sismografo cerebrale" in grado di
percepire ogni piu' insignificante oscillazione... occasionalemente la terra
sotto di me trema, scotta; un secondo dopo e' glaciale, piatta e
silenziosissima.
In piu' di una circostanza Luca Comanducci e' stato ferocemente tacciato di
"cronica mancanza di reazione"... A questi stolti risposi bravamente
che un uomo, dotato di sufficiente intelletto ed ottime capacita' di sferzante
auto-ironia, non ha bisogno di "cercarsi il proprio stato di infelicita'":
e' l'infausto fato che, quando piu' fa a lui "comodo", tende ad
assalirci onde impossessarsi di noi ingenui sprovveduti di passaggio, noi
transitori immersi in un'epoca altrettanto transitoria... Una scheggia: una
scheggia, macabro rimasuglio di ordigno fatto esplodere in un campo di battaglia
durante la Prima Guerra Mondiale, ed ora immersa nel terreno melmoso, in mezzo a
decine di deceduti ed innocenti soffocati dal pianto e dalla crudelta':
rimarranno soli, inghiottiti dal cinismo di una massa votata all'esaltazione
bellica, e, quindi, all'immortale principio di auto-distruzione.
Ebbene: a tratti, mi sento IO quella scheggia: solo, divorato da cio' che
definisco un "assolutismo cosmico": attorno a me solo inespressivita',
incapacita' di comunicazione, pianto e disillusione, sussurra e grida strozzate,
feroce rabbia che rigurgita spasmodicamente intorno alle mie tonsille....... Si
avvicina, come al solito, un soggetto strambo e disincantato, anche lui martire
della sua stessa monumentalmente ingestibile sensibilita'; ancora pochi secondi
e forse morira', forse no... Annego in questi "forse" e
"ma"..... e tra una pausa e l'altra mi dissolvo lentamente, deperendo,
inesorabilmente, dissolvendo, spargendo gli ultimi lascėti della mia eroica
persona in astratti oceani di ideali e contraddizioni che mai troveranno un
comune denominatore.
Vi sarebbe un dogma che gradirei rovesciare, ammortizzare ed infine
detronizzare: troppo spesso si tende a descrivere il concetto di intelletto
umano esclusivamente basandosi sulle conoscenze e dotto sapere di un determinato
individuo: nulla di piu' errato e nocivo!!...
un concetto macchiato di pregiudizio e mancato senso di introspezione: quale
migliore arma potrebbe sussistere per un assurdo cerebrale come me se non la
propria celebrata, vituperata, vivisezionata mente?... Ovvero: la mente come un
libro, in grado talvolta di schiudersi permettendo l'accesso alle forme piu'
deliberatamente "free-form" e controverse, perverse e tragressive; la
mente come organo pulsante continuo, un universo in continua evoluzione, tanto
imprevedibile quanto la sua non meglio identificata natura. E lasciatemi
lanciare in orbita questo mio ennesimo squarcio di pazzia: le malattie possono
uccidere fisicamente un uomo; la mente puo' uccidere e basta, senza dover
passare attraverso un processo di deterioramento fisico.
Ho
sempre avuto, anno piu' anno meno, una forte, acida ostilita' verso i periodi
natalizi o di festa in generale: avverto sempre una spirale di "euforico
bieco sentimentalismo" ogni volta il qui presente "teocrate
dell'assurdo" si trova a dover fronteggiare la falsita' di un popolo dedito
allo scambio di panettoni, in un giorno di festa, altrettanto pronto, poche ore
dopo, ad esaltare il concetto di potere capitalistico/multi-mediale della
societa' contemporanea. E per "societa' contemporanea" non intendo una
realta' fortemente impregnata di squallido, inutile e pretenzioso politicismo:
suppongo di essere "politicamente (assai) scorretto", e mi compiaccio
di questo inusuale "status": la politica e', molte volte, un mero
pretesto di cui si abusa al fine di nascondere le debolezze interiori di persone
incapaci di amare e quindi di essere amate, soggetti il cui unico scopo sembra
quello di voler vomitare con maggiore veemenza possibile il proprio inutile
sapere, un sapere che non accontenta nessuno ne' tanto meno allieva il dolore di
chi loro circonda. Occorre, affinche' si possa trovare una precisa identita'
personale, sviluppare una solida, inespugnabile "autonomia del
pensiero"; senza di essa, non saremmo altro che "ignavi" del
nostro tempo perennemente indecisi e del tutto inerti per quel che concerne il
saper imporre il proprio volere. Ed indico questa categoria "dantesca"
quale maggior fonte di pericolo: si tratta, in fondo, di gente senza arte ne'
parte, il cui pensiero e' inesistente od addirittura ininfluente; da cio' si
presume possa sorgere un contrasto al loro interno, tanto potente quanto il loro
senso di impotenza.
Riconoscerli e starne alla larga e' il miglior anti-concezionale possibile sulla
piazza, oggi giorno.
Luca
Comanducci non potrei che descriverlo come un "adulto gradualmente
ritornato bambino, oramai cronicamente incapace di amare e di amarsi... lo
status di solitudine di questo bambino e' pari a quello di un fanciullo
abbandonato dai suoi amici di gioco, per poi essere lasciato in disparte,
costretto a giocar con i propri pensieri... pensieri che, prodigiosamente
evolvendosi, andranno a formare quella spessissima corteccia cerebrale della
quale oggi continua a sopportarne il peso e la statura"...
Molte volte vengo giudicato e descritto per i motivi od azioni piu' futili e
banali esistenti: il "pubblico" in questione sembra aspramente godere
di questo aspetto ai miei danni: "sbava", apparentemente, nel fornire
analisi che piu' distanti dal sottoscritto non potrebbero essere... mi ritrovo
da un secondo all'altro, spiazzato, aggredito, impaurito: l'angolo da me
presieduto tende ad oscurarsi sempre piu', fino a rimanere completamente avvolto
dal buio, mentre in quel preciso istante, la conversazione tra amici ed altri
illustri conoscenti acquista forme sempre piu' colorate e vivaci. Il mio sguardo
si perde nel vuoto, la mia imponderabile solitudine troneggia: divengo
l'"uomo invisibile". Invisibile a tutti. Invisibile ad amici.
Invisibili ad ogni ragazza di passaggio. Scorgo, divorandoli, frettolosi
passaggi a velocita' spedita di cuoche e cameriere che si intrattengono con
clienti riscuotendo moderato successo. Scruto, annego nei loro occhi brillanti
ed ispirati. Mi "sciolgo" progressivamente in stati mentali enigmatici
dalla incontestabile sacralita': il mio inaudito pensiero si stacca dal Pianeta,
disegnando orbite ellittiche, talvolta circonferenziali, devotamente sposato
alla dolce struggenza di amante perso, mai del tutto compreso, mai del tutto
ascoltato.
...forse... mai del tutto esistito... ... tranne che per me...
TELEMACO PEPE
(LUCA COMANDUCCI)
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